"Mannino era inavvicinabile" | Parla l'ex 'consigliori' di Riina - Live Sicilia

“Mannino era inavvicinabile” | Parla l’ex ‘consigliori’ di Riina

Al processo d'appello nei confronti dell'ex ministro le parole di Pino Lipari.

PALERMO – “Calogero Mannino? Inavvicinabile”. Così Pino Lipari, ex geometra dell’Anas consigliori del boss Totò Riina, per anni al centro della gestione illecita degli appalti di Cosa nostra, ha descritto l’ex ministro dc al processo d’appello che lo vede imputato, in uno stralcio del processo sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia, di minaccia a Corpo politico dello Stato. In primo grado l’ex politico è stato assolto. Lipari è stato citato dalla Procura generale che ha chiesto una parziale rinnovazione dell’istruttoria dibattimentale citando, oltre all’ex geometra, l’ex presidente della Camera Luciano Violante, il pentito Giovanni Brusca e Massimo Ciancimino, teste e imputato nel processo, ancora in corso in ordinario, nel troncone principale. Lipari, condannato due volte per mafia, ha deposto come teste e da uomo libero avendo scontato tutta la pena. “Mannino (rpt Mannino e non Mancino) era ritenuto inavvicinabile”, ha detto. Parole che per la difesa smentirebbero la tesi dell’accusa che vede, proprio nell’ex ministro, il “motore” del dialogo che pezzi dello Stato avrebbero stretto coi boss negli anni delle stragi. Il testimone, in strettissimo rapporti coi cortonesi di Riina, ha anche riferito di una sua conversazione con Nino Cinà, medico mafioso ritenuto tra i protagonisti della presunta trattativa: “gli dissi che era impensabile che a trattare e a condizionare la politica di contrasto alla mafia di un Paese potessero essere stati dei carabinieri, seppure alti in grado”. Nella tesi dell’accusa il Ros dell’Arma, tramite l’ex sindaco mafioso Vito Ciancimino, avrebbe chiesto una tregua nella strategia stragista di Cosa nostra in cambio di concessioni ai boss come alleggerimenti sul carcere duro. Lipari ha anche raccontato dei rapporti burrascosi tra Riina e Ciancimino e dell’effetto dell’esito del maxiprocesso alla mafia su Cosa nostra. “Quello che scatenò la reazione negativa in Cosa nostra – ha spiegato – non furono tanto le condanne quanto la diversità nel trattamento riservata ad alcuni uomini d’onore che ebbero pene minime”. Il processo è stato rinviato al 26 per la deposizione di Violante. Al dibattimento principale si attende la sentenza: la corte d’assise è entrata in camera di consiglio lunedì scorso.

(ANSA)


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI