Ennesimo giro di valzer al Quirinale per sciogliere il nodo del governo. Lunedì, il Presidente Mattarella valuterà se ci sono stati cambiamenti nello scenario politico e se i veti incrociati dei leader hanno lasciato spazio all’auspicato dialogo. Tutto però sembra essere fermo al 5 marzo, con nessuno fra centrodestra, Movimento 5 Stelle e centrosinistra disposto al compromesso. Per questo motivo sembra farsi strada la carta di un “governo del presidente”: il Capo dello Stato potrebbe affidare l’incarico di formare l’esecutivo ad una figura terza, un uomo delle istituzioni ed esperto di conti. Obiettivo: evitare nuove elezioni a settembre, approvare la finanziaria a fine anno (per scongiurare ripercussioni sui conti degli italiani) e traghettare il paese fino a un nuovo voto nazionale, da accorpare alle europee dell’anno prossimo.
In casa centrodestra, dopo la vittoria alle regionali del Friuli Venezia Giulia, si conferma la linea proposta da Giorgia Meloni nelle ultime settimane. La leader di Fratelli d’Italia spingerebbe infatti per un mandato esplorativo “pieno” a Matteo Salvini, convinta che la coalizione possa trovare in Parlamento i voti mancanti e riuscire a trovare una traballante maggioranza.
Dopo la direzione nazionale di ieri e scongiurata una nuova scissione, il Pd conferma la propria linea di chiusura ad ogni accordo sistematico con gli altri, ma rimane “attento” alle richieste del Colle. Vince, dunque, ancora il segretario dimissionario Matteo Renzi. In campo sembra essere ritornato anche il premier Paolo Gentiloni, regista – secondo molti – della riconferma di Maurizio Martina al ruolo di reggente.
Fra i maggiorenti democratici emerge la possibilità che possa essere proprio l’attuale capo del governo a trainare la coalizione in una nuova campagna elettorale, in quanto unica figura capace di riagganciare la sinistra di Pietro Grasso.
Rimaste ferme anche le posizioni del Movimento 5 stelle. Il capo politico Luigi Di Maio ha inviato una lettera ai parlamentari pentastellati, rivendicando la responsabilità di destra e sinistra nel fallimento delle trattative governative.
Dai grillini – quindi – un chiusura totale alle altre forze politiche, l’unica intenzione sembra essere quella di chiedere a Mattarella di riportare l’Italia alle urne già quest’anno (irrealistica l’ipotesi di elezioni fra un mese, le prime date possibili sarebbero fra la fine di settembre e la prima settimana di ottobre).
Tutti in fila da Mattarella, dunque, per quella che potrebbe essere la tornata decisiva di colloqui.
Le consultazioni si svolgeranno tutte in un’unica giornata e vedranno sfilare al Colle le delegazioni parlamentari nel seguente ordine: ad aprire saranno i grillini, poi sarà la volta della compagine formata da Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia, per chiudere la mattinata con il Pd. Nel pomeriggio andranno “Liberi e Uguali”, gli autonomisti e i gruppi misti. Concluderanno la giornata i presidenti delle camere Roberto Fico ed Elisabetta Alberti Casellati.