Le manovre in Pd e Forza Italia | Si prepara la sfida per i vertici - Live Sicilia

Le manovre in Pd e Forza Italia | Si prepara la sfida per i vertici

Dem verso il congresso. Lupo: "Priorità è il Sud". I rumors agitano i forzisti siciliani.

PALERMO – I partiti del Nazareno, oggi all’opposizione a Roma, in Sicilia guardano ai loro futuri assetti di vertice. Lo fa il Pd, che si avvicina al congresso regionale. E sotto traccia lo fa anche Forza Italia, dove in settimana l’aria si è surriscaldata per i rumors su una possibile successione a Gianfranco Micciché. Tra zuffe e contrapposizioni più o meno manifeste, qualcosa si muove dentro i partiti che il blocco populista, che vola nei sondaggi, ha lasciato all’opposizione del governo giallo-verde.

Nel Pd non si muovono ancora le pedine della partita congressuale regionale che si svolgerà in autunno. Ma il lavoro preparatorio è in corso. E la temperatura sta salendo. Un paio i nomi di papabili segretari circolati nel gossip fin qui. Due renziani: Baldo Gucciardi e Luca Sammartino. Solo rumors al momento. L’ala non renziana del partito, alcuni di loro si sono riuniti qualche giorno fa a Enna come raccontato da Livesicilia, non ha ancora individuato un nome. Ma le carte restano ancora coperte.

Il capogruppo Giuseppe Lupo nei giorni scorsi sui social ha tracciato una strada guardando al congresso, quella meridionalista. Secondo Lupo gli elettori meridionali “hanno votato 5 Stelle perché il Pd non ha una proposta credibile per il Sud. Il Pd non ha ancora capito che la prima diseguaglianza da combattere è quella tra Nord e Sud, tra opportunità di lavoro, reddito, scuola, università, sanità, infrastrutture e perfino speranza di vita. Chi ha votato 5 stelle – dice Lupo – resterà deluso perché il movimento 5s ha tradito il Sud ed è ‘ostaggio’ della Lega. Sono elettori che chiedono al Pd di cambiare e di lanciare una proposta forte per il riscatto del Mezzogiorno. L’occasione per farlo sarà il prossimo congresso”. L’uscita di Lupo non convince Giovanni Panepinto. “Credo che il problema stia nel fatto che il Pd non ha capito il suo ruolo. Non è il caso di appropriarsi di argomenti che meriterebbero un approfondimento diverso per usarli in futuri scontri per la segreteria regionale”, commenta l’ex deputato. Che parla della necessità di costruire “una proposta vera che parta dal lavoro”. Con chi? “Bisogna battere nuovi sentieri – dice l’esponente del Pd agrigentino -, serve una figura nuova che non sia legata a forme di ipocrisia e nuovo consociativismo. Al partito siciliano serve rigore berlingueriano e sobrietà morotea: facciamo partire una forma di tregua e immaginiamo un ragionamento ampio senza alimentare conflitti su conflitti”.

Fausto Raciti, segretario uscente, la mette così: “Se il congresso siciliano non parla del Pd e della Sicilia, ma si risolve in un tentativo delle componenti siciliane di segnalare a Roma la propria presenza sarà un’occasione persa. Il modo di non funzionare del Pd va affrontato”.

In Forza Italia qualcosa si muove. O meglio, si muovono soprattutto le voci, che circolano in merito al successore di Gianfranco Miccichè alla guida del partito siciliano. Il presidente dell’Ars è anche commissario regionale, un doppio incarico abbastanza anomalo e impegnativo. Che per la verità all’Ars ha contestato il solo Vincenzo Figuccia, ex forzista. Le altre opposizioni poco hanno da dire in merito. Forse anche, insinua qualche malpensante, perché avere un partito avversario guidato a mezzo servizio non dispiace troppo. Resta il fatto che è difficile pensare che il doppio lavoro di Miccichè – che peraltro è commissario del partito, non coordinatore – possa durare una legislatura. In questi giorni ha sollevato brusii nel partito il retroscena proposto da Repubblica che indicava come papabile successore di Micciché Giusi Bartolozzi, deputata forzista e compagna di Gaetano Armao, che gode dell’apprezzamento di Silvio Berlusconi. Rumors a cui invece sono seguiti attestati di vicinanza a Miccichè e, raccontano, una telefonata di Berlusconi in persona al numero uno dei forzisti siciliani. Se e quando arriverà il momento della successione, l’idea ad Arcore sarebbe quella di concordarla con lo stesso Miccichè. Per l’appuntamento ci sarebbero almeno due aspiranti: la siracusana Stefania Prestigiacomo e il vicecoordinatore Francesco Scoma. Ma il momento non è adesso. I deputati regionali forzisti in questi giorni hanno firmato una nota in cui sottolineando i buoni risultati elettorali dei forzisti sotto la guida di Micciché, affermano che “immaginare una guida migliore per Forza Italia in Sicilia è solo un esercizio di fantasia o, a voler pensar male, una sciatta provocazione il cui scopo è esclusivamente quello di metter zizzania lì dove invece c’è piena sintonia di intenti”. La questione si incrocia anche con le prossime Europee. Alle quali, secondo i retroscena, guarderebbe con interesse lo stesso Gaetano Armao. Ma per quel posto, la candidatura palermitana forte sarebbe già prenotata da Giulio Tantillo, spinto dal capogruppo Giuseppe Milazzo, che ha un asse di ferro con Micciché. Chi scalda i motori per il Parlamento Europeo è Basilio Catanoso, spinto dall’ala catanese di Forza Italia, che è in grande spolvero dopo il grande successo di Salvo Pogliese a Catania.


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