PALERMO – Una sede fatiscente e bocciata dall’Asp, un immobile in viale Strasburgo da sanare, un bando per il responsabile dell’area Risorse umane bloccato, un contratto di servizio inadeguato, un piano industriale che non potrà essere completamente rispettato, poca liquidità e incassi di gran lunga inferiori al previsto. Ma, nonostante questo, numeri positivi e prospettive di crescita. Ecco la situazione della Reset, la società consortile del comune di Palermo guidata dal confermato Antonio Perniciaro e nata a fine del 2014 dalle ceneri della Gesip: un’azienda che conta 1.446 dipendenti a 34 ore settimanali e che ha iniziato il 2018 con il segno positivo.
La maggioranza delle azioni è in mano al Comune, ma detengono piccole quote anche le altre partecipate: Rap, Sispi, Amat, Amap e Amg, per le quali la Reset svolge servizi di vario genere. Si va dalle manutenzioni alle pulizie straordinarie, dalle scuole all’ortofrutticolo, dalla custodia al portierato, passando per il verde, le spiagge, il canile, i canali di maltempo e i cimiteri.
La prima relazione trimestrale di quest’anno, consegnata a Palazzo delle Aquile, riporta un risultato in attivo di 425 mila euro (contro i 900 mila previsti). L’azienda sembra godere di buona salute: le previsioni parlano di un valore della produzione che dal 2018 dovrebbe passare da 37 a quasi 43 milioni di euro, mantenendosi costante fino al 2020; una crescita dovuta soprattutto a interventi straordinari per il Comune (quindi fuori da contratto) da 6,5 milioni l’anno.
Ma non è tutto oro quel che luccica. L’iscrizione all’Anac sta richiedendo più tempo del previsto ed è necessaria per gli interventi straordinari, ma l’Agenzia ha rigettato una prima richiesta a causa del ritardo con cui è stato aggiornato lo statuto da Sala delle Lapidi; bisogna inoltre sempre fare i conti col personale che chiede, in base agli accordi sindacali, più ore e quindi una maggiore retribuzione. I ritardi sull’Anac però si sono ormai accumulati, così come quelli del Comune sui servizi extra, e, scrive l’azienda, questo non consentirà di rispettare il piano industriale determinando “la conseguente necessità di definire azione correttive di contenimento dei costi aziendali, ovviamente a partire dal costo del lavoro, per mantenere l’equilibrio economico”. Il che significa, in pratica, che il passaggio dei dipendenti da 34 a 36 ore settimanali non avverrà.
Ma la nota più dolente è il contratto di servizio firmato a fine 2017 che ammonta a 30 milioni, ben tre in meno rispetto a quanto deciso dal consiglio comunale e nonostante i servizi extra: un buco che il Comune dovrebbe colmare nel prossimo bilancio di previsione, secondo quanto assicurato dall’assessore al ramo.
Non se la passa meglio la sede principale di piazzetta della Pace, che la relazione definisce “fatiscente e in un contesto circostante degradato”, con infiltrazioni su cui il Coime, da oltre un anno, non è ancora intervenuto, impianti elettrici non certificati e soffitti troppo bassi. Su segnalazione di alcuni dipendenti è anche intervenuta l’Asp che ha addirittura ipotizzato alcuni reati, tanto che l’azienda si è messa in cerca di una nuova sede dal momento che in tre anni il Comune non è stato in grado di trovarla a costo zero. La società ha addirittura fatto richiesta di accesso agli atti per capire chi, tra i dipendenti, abbia presentato l’esposto che ha comunque colto nel segno.
Non sono disponibili i centri territoriali, ossia le sedi in cui per esempio stivare mezzi e attrezzature e che renderebbero più veloci i servizi, e quelli attuali (il Velodromo o l’ex Mattatoio) sono spesso luogo di furti per la mancanza di sorveglianza. La sede in via Strasburgo, concessa dal Comune, è addirittura da sanare poiché abusiva.
La relazione non manca poi di lamentare l’atteggiamento di piazza Pretoria che ha bloccato il bando per il responsabile dell’area Risorse umane: una scelta che la società giudica errata, così come biasima la mancanza di “precise linee di indirizzo per un’adeguata organizzazione aziendale”. “Nonostante le segnalazioni, note, pareri legali, azioni di contenimento costi del personale – scrive la Reset – si continuano a registrare posizioni ostative delle azioni legittime proposte”.
Andiamo ai conti. Nel primo trimestre 2018, il valore della produzione è di 10,4 milioni e i costi ammontano a 9,5 (di cui nove di solo personale); le previsioni parlavano invece di ricavi per 12 milioni. Dei 10 milioni di presunti ricavi, ne sono stati fatturati solo cinque e incassati appena 2,4.
Il problema maggiore è però la scarsa liquidità, dovuta anche ai ritardi nei pagamenti da parte di Amat e Rap, tanto che l’azienda ha dovuto chiedere di dilazionare il pagamento dei contributi all’Inps; col contagocce gli investimenti (100 mila contro i 900 mila previsti), proprio per la mancanza di fondi. Manca poi il budget 2018 “per mancanza di chiari atti di indirizzo che definissero lo scenario e i conseguenti atti amministrativi”, visto che non si possono prevedere risorse in esubero rispetto a quelle assegnate.
“Il presidente Perniciario è una persona capace, ma l’azienda deve decollare – dice il capogruppo di Forza Italia, Giulio Tantillo – Ad oggi invece sembra stantia, i servizi devono essere efficienti e, con un aumento della qualità, sarebbe anche più facile rivedere gli stanziamenti, cosa che i cittadini accetterebbero più facilmente. Non capiamo però come Perniciaro possa presiedere un’azienda senza avere garanzie sui progetti e sui pagamenti: la società è in sofferenza, a corto di liquidità e non ha potuto aumentare le ore. La vicenda poi della sede è assurda, sia perché è stato dato un immobile non in regola, sia perché è stato accettato. Col prossimo bilancio occorrerà rimodulare il contratto di servizio, garantendo più ore ed entrate certe, e si potrebbe prendere in considerazione la sede del Velodromo”.
Passiamo ai servizi svolti nei primi tre mesi: 6.449 per il Verde, con interventi straordinari ad Acqua dei Corsari, all’ortofrutticolo, allo Zen, alla Favorita e nelle spiagge; pulizie straordinarie a Palazzo Palagonia, Palazzo Burgio e Palazzo Marchesi, di villa Trabia, della piscina e della sede della Quarta circoscrizione; e ancora pulizia e custodia di scuole comunali, Gam, Cantieri della Zisa, impianti sportivi, sedi dei vigili, manutenzione dei cimiteri, Palazzo delle Aquile, Galletti, Palagonia e Barone, oltre al Polo tecnico di via Ausonia.