PALERMO – Dopo settimane di scontri e dibattiti, il consiglio comunale di Palermo approva il consuntivo 2017. Un via libera giunto solo dopo che l’amministratore unico di Amat, Michele Cimino, è intervenuto in Aula per confermare il recepimento della direttiva del sindaco Orlando sui disallineamenti. Fino a tarda notte l’amministratore e i suoi tecnici sono rimasti al lavoro per limare i dettagli, ma adesso anche il bilancio 2017 della società è pronto e riporta un taglio di ben 44 milioni di euro, per una perdita complessiva di 50, e un capitale sociale di appena 35.
“Il percorso è scaturito dalla volontà dell’amministrazione e del consiglio comunale, anche in base alle sentenze della Corte dei Conti – ha detto Cimino a Sala delle Lapidi – Abbiamo scelto una strada condivisa e non lo scontro e lo abbiamo fatto per senso di responsabilità nei confronti dei palermitani”. Il bilancio di Amat, inviato ieri agli uffici comunali, sarà approvato dal socio unico giovedì prossimo: tabelle e grafici che raccontano di una perdita, l’anno scorso, di 50,6 milioni di euro con debiti che, dai 42 del 2016, passano ai quasi 49 del 2017. “Amat non poteva non fidarsi di un’amministrazione e di un consiglio che vogliono riqualificare Palermo, anche con le nuove linee di tram che consentiranno di eliminare l’80% dei bus termici e di ridurre l’inquinamento – ha continuato Cimino – Nel primo semestre del 2019 si attiveranno le procedure per l’appalto e Palermo sarà la prima città a mobilità ecosostenibile, con Amat che farà da protagonista: già da domani siamo pronti al confronto sul piano di risanamento, sul piano industriale e sulla revisione del contratto di servizio per essere punto di riferimento dell’intera area metropolitana”.
Già, perché non era così scontato che Amat decidesse di tagliare i crediti chiudendo con una perdita significativa e sacrificando parte del proprio capitale sociale che, secondo Cimino, resta comunque uno dei più alti tra le aziende italiane di trasporto pubblico. Un atto di fiducia, nei confronti del Comune, che evita il contenzioso ma ha un prezzo: Cimino adesso chiede a chiare lettere nuove leve, vista l’età media elevata dei dipendenti, investimenti e soprattutto un nuovo contratto di servizio che consenta ad Amat di non andare gambe all’aria. “L’Amat è il Comune e il Comune è Amat – ha aggiunto il numero uno dell’azienda – Serve collaborazione e sereno confronto perché, se Amat dovesse venir meno, probabilmente verrebbe meno anche il Comune. Con 35 milioni di capitale sociale, siamo pronti a ripartire a rilanciare”. Una sfida che punta molto anche su un contributo regionale per il tram, che però è tutto da verificare.
L’Aula è poi passata al voto, allegando un ordine del giorno firmato dai capigruppo di maggioranza che integra all’atto le controdeduzioni del Ragioniere generale. I favorevoli al rendiconto sono stati solo 19, tra cui anche Volante del Misto, con parte delle opposizioni che rimanendo in Aula hanno garantito il voto che ha visto otto contrari. Nessun assessore, invece, era presente al momento del voto.
“Alla fine come era prevedibile ed ovvio che accadesse, il Rendiconto 2017 è stato approvato dal Consiglio comunale – dice il sindaco Leoluca Orlando – Spiace solo che, per colpa dello sterile ostruzionismo di una parte dell’opposizione, questo atto, che normalmente richiede poche ore di discussione, abbia richiesto decine di giorni e tante, troppe sedute del Consiglio comunale che avrebbero potuto esser destinate ad atti urgenti ed importanti. Alla fine, come è normale che sia, l’atto è stato approvato senza cambiare un numero o una virgola, a dimostrazione del fatto che se qualcosa di anomalo è avvenuto in questa vicenda è proprio il comportamento di chi ne ha rallentato il percorso, scambiando il ruolo dell’opposizione con quello di chi vuole solo bloccare i lavori del Consiglio a danno della città e dei cittadini”.
“Quello approvato sarà ricordato come il rendiconto del cambiamento – dice l’assessore al Bilancio Antonino Gentile – E’ stato fatto un gran lavoro per definire in modo puntuale il dare e l’avere fra il comune e le sue società partecipate e sono stati stanziate le somme necessarie per assicurare l’equilibrio dei conti. Dopo l’operazione trasparenza sarà ora possibile passare alla fase del rilancio dei servizi pubblici, attraverso efficaci piani industriali e la rimodulazione dei contratti di servizio. Il rendiconto evidenzia anche una forte posizione creditoria dell’ente verso gli utenti. Questo monte crediti va incassato. Su questa direzione il Comune si sta muovendo con determinazione attraverso un insieme di misure (intensificazione dei controlli, nuove modalità comunicative per la segnalazione preventiva ai contribuenti di irregolarità e omissioni suscettibili di autocorrezione, tax compliance, rateizzazione degli importi dovuti dai contribuenti in difficoltà economica, modifiche alla disciplina del ravvedimento operoso, potenziamento dei servizi on line, compensazione legale dei crediti) che si rafforzeranno nel 2019. Il prossimo dovrà essere l’anno della svolta per la messa a regime di entrate maggiori e sarà anche l’anno della valorizzazione del patrimonio immobiliare”.
Si conclude così un mese di aspro dibattito in consiglio, reso incandescente dal parere dei revisori e su cui si sono consumati feroci scontri. Adesso toccherà al bilancio previsionale, su cui si attende il parere dei revisori: un’ulteriore prova per l’acciaccata maggioranza orlandiana.
LE REAZIONI
“L’opposizione, e il M5S in particolare, ha vinto un’importante battaglia che ha permesso di fare finalmente chiarezza e trasparenza sullo stato di salute dei conti del Comune e delle partecipate – dice Ugo Forello, capogrupp o M5s – Grazie all’azione che abbiamo portato avanti da mesi con l’approvazione delle modifiche agli statuti delle partecipate e con un più efficace e concreto controllo analogo (tre emendamenti presentati dal M5S sono stati approvati dal Consiglio prevedendo più stringenti poteri del comune sulle sue società), il fenomeno del disallineamento sembra che stia tornando ai livelli più contenuti del 2014. È però necessario evidenziare che questo rendiconto, rispetto al percorso fatto dalle partecipate, presenta dati ormai superati e in netto contrasto rispetto al rendiconto Rap 2016 e allo schema di rendiconto Amat 2017. I profili di irregolarità sono stati evidenziati in più occasioni e costituiranno oggetto di apposito rilievo da parte della Corte dei Conti. Il quadro che emerge dalla proposta al bilancio 2017 e dalla relazione al terzo trimestre Amat, però, non può che seriamente preoccupare e attesta la responsabilità di questa amministrazione per lo stato deficitario e di crisi che si è creato. Un capitale sociale depauperato (da 98 a 35 milioni) a causa della direttiva del sindaco, una perdita di esercizio di oltre 50 milioni, un’ulteriore perdita per i primi tre trimestri 2018 di quasi 6 milioni. Di fronte a questo nefasto quadro, manca il piano industriale e il piano di risanamento, mentre non si sa come dovrà essere rimodulato il contratto di servizio. I nodi sono venuti al pettine e il M5s in Consiglio Comunale sarà sempre presente per tutelare gli interessi dei cittadini, le prerogative dei lavoratori comunale e la continuità aziendale e dei servizi delle partecipate”.
“Il via libera al bilancio consuntivo del Comune di Palermo e lo stralcio dei disallineamenti da parte delle società partecipate mettono finalmente ordine nei conti della quinta città d’Italia e gettano le basi per un rilancio complessivo dell’azione amministrativa, che passerà dall’approvazione del previsionale del 2018 e di quello del 2019”. Lo dicono i consiglieri di Palermo 2022 Tony Sala, Giulio Cusumano e Massimiliano Giaconia. “L’eliminazione delle discrepanze tra i bilanci del Comune e quelli delle sue aziende, createsi negli ultimi vent’anni, sana vecchi problemi che però rischiavano di inficiare gli sforzi fatti dall’amministrazione Orlando e che mirano a mantenere pubblici i servizi e a garantire i livelli occupazionali – continuano i consiglieri – L’amministrazione attiva deve al contempo procedere ai piani di ristrutturazione economico-finanziaria di alcune società, soprattutto Rap e Amat, che hanno stralciato i crediti seguendo la direttiva del sindaco. Adesso non bisogna perdere altro tempo: il consiglio comunale si getti a capofitto nell’approvazione delle prossime manovre così da garantire i fondi necessari alle scuole, alle infrastrutture, alla salvaguardia del territorio, agli investimenti produttivi, alla cultura e ai servizi sociali, in linea con quanto già fatto nella scorsa sindacatura”.
“Il consiglio comunale di Palermo, dopo settimane di dibattito e confronto, ha finalmente approvato il rendiconto 2017: un passaggio che ci permette adesso di concentrarci sul bilancio previsionale del 2018 e di dare risposte alla città”. Lo dicono i consiglieri del Partito Democratico di Palermo Dario Chinnici, Rosario Arcoleo, Francesco Bertolino, Carlo Di Pisa e Giovanni Lo Cascio. “Un via libera che sarebbe potuto arrivare molto prima – spiegano i consiglieri dem – L’approvazione di un ordine del giorno che riporta le controdeduzioni del Ragioniere generale ai rilievi dei Revisori traccia la strada per i prossimi mesi. Il rendiconto 2017, dopo il consolidato 2016, è un ulteriore passo di quel percorso che vede un riordino complessivo dei rapporti con le partecipate attraverso l’eliminazione, dopo anni, dei disallineamenti: adesso il Comune e le sue aziende potranno guardare con maggiore serenità al futuro e, grazie ai conti in regola, garantire i servizi alla città grazie ai nuovi contratti di cui il consiglio si occuperà a breve”.
“Forza Italia ha votato no – dice il capogruppo Giulio Tantillo – Per la maggioranza votare il consuntivo 2017 dopo il consolidato del 2016 non era facile ma non per i 70,7 milioni non allineati (i disallineamenti sono sempre esistiti), ma perché incidono sul bilancio pluriennale.Bene hanno fatto alcuni consiglieri di minoranza che, lavorando per un mese anche a tarda notte, hanno messo a nudo le criticità del bilancio soprattutto quelle delle partecipate. Valutiamo positivamente il confronto con il consiglio Comunale dei due amministratori unici di Amat e Rap. I ritardi con cui arriva il consuntivo e il previsionale hanno prodotto un danno enorme ai servizi della città, basti pensare alle scuole, ai marciapiedi, al traffico, illuminazione, parcheggi, strade, ai mezzi pubblici, cimiteri, spiagge, sottopassi per rendersi conto che la città si avvia verso un lento declino a cui non bisogna rassegnarsi” .
“Il lavoro caparbio di verità dei conti, fondamentale per garantire i servizi ai cittadini, trova oggi con l’eliminazione di 70,7 milioni di disallineamenti tra i bilanci del comune e delle sue aziende un nuovo punto di partenza e una indubbia vittoria delle opposizioni”. Lo dice Fabrizio Ferrandelli. “Ci siamo scontrati in campagna elettorale con due narrazioni differenti, oggi la nostra si dimostra veritiera: i conti del comune non erano in equilibrio e le aziende sono a rischio. Non condividiamo lo stralcio dei disallineamenti, visto che il Comune negli anni scorsi li aveva riconosciuti: siamo preoccupati per una azienda, Amat, che perde nove mln sul tram e che, impoverendo il capitale sociale, oggi fa un salto nel buio. Stessa musica per Rap che, perdendo circa un milione al mese, rinuncia ai crediti. Da oggi ripartiamo per far chiarezza anche sui conti del bilancio di previsione 2018, siamo preoccupati ma sereni: preoccupati perché non ci sono più 70,7 milioni di euro, sereni perché lo sapevamo e abbiamo elaborato i nostri programmi elettorali e le nostre proposte per il rilancio della città partendo da ciò che oggi è acclarato dal Mef, dalla Corte dei Conti e dal voto di questo fallimentare rendiconto 2017”.
“Il rendiconto 2017 è stato approvato dopo un tortuoso percorso studiato ad arte da alcuni esponenti dell’opposizione, che hanno tentato in ogni modo di dare una spallata all’amministrazione – dice Barbara Evola di Sinistra Comune e presidente della commissione Bilancio – Sono riusciti invece a danneggiare soltanto la città determinando il ritardo del trasferimento dei fondi nazionali. In Consiglio comunale abbiamo assistito ad un florilegio di insulti, accuse di irresponsabilità e di scarsa conoscenza degli atti; grida d’allarme per un paventato fallimento delle aziende partecipate; audizioni, domande reiterate malgrado fossero chiare le risposte. L’approvazione dell’atto era già scontata per un motivo accertato e attestato dall’organo di revisione dei conti: la corrispondenza del rendiconto alle risultanze contabili della gestione. Ci auguriamo che prevalga il senso di responsabilità delle minoranze affinche il prossimo importante impegno da affrontare in aula, la discussione del Bilancio 2018, non si trasformi in una ennesima corsa ad ostacoli, che arrecherebbe solo danni ai cittadini”.
“Ritengo che il consiglio comunale abbia fatto un’eccellente disamina del consuntivo 2017, soprattutto per quel che concerne i disallineamenti, con la dichiarazione dell’amministratore Unico di Amat che ha stralciato 50 milioni di euro di crediti non dovuti – dice Sandro Terrani, capogruppo del Mov139 – Oggi si è messo un punto fermo. Adesso sarà importante per le società partecipate, in particolare per Amat e Rap, fare un piano industriale per un rilancio delle società”.
“Sono uscita dall’aula al momento del voto sul Rendiconto 2017 – dice Marianna Caronia – E’ la mia forma di dissenso e disapprovazione, non soltanto per un atto che non è di mera fotografia contabile, ma soprattutto per il comportamento inaccettabile che il Sindaco continua a tenere nei confronti del Consiglio Comunale. L’avevo già sottolineato e non posso che ribadirlo oggi: l’assenza di Orlando a Sala delle Lapidi in momenti chiave del dibattito sul futuro della città e delle aziende è inaccettabile. Nel merito del rendiconto, il mio giudizio resta negativo perché questo documento, nel registrare la situazione contabile, non fa altro che mostrare tutte le refluenze che questi conti hanno sui servizi per i cittadini e sulle Aziende partecipate, prima fra tutte l’Amat dove il taglio di 48 milioni dal bilancio mette a serio rischio la tenuta di un’azienda strategica per i servizi e con circa 2.000 dipendenti. E’ una fotografia drammatica dei servizi carenti con una prospettiva ancor più negativa perché è evidente che l’attuale disponibilità finanziaria ed economica del Comune non è tale da soddisfare le necessità della città e dei cittadini”.
“Dopo l’incontro in Commissione Bilancio con i vertici della società, apprendo che ieri è stato approvato il bilancio di Amat. Dalla nota diffusa dall’azienda di proprietà del Comune di Palermo, leggo con interesse che saranno avviati i lavori per 7 nuove linee di tram. Non posso che essere fiducioso per la buona riuscita dei lavori, per un semplice motivo: attualmente la città è incompleta dal punto di vista della rete di trasporti su ferro”. Così il Capogruppo di Forza Italia all’Ars Giuseppe Milazzo. “Se con un piano d’investimento oculato si riuscirà ad ampliare il trasporto pubblico locale su rotaie – aggiunge Milazzo – consegnando alla città una rete organica e funzionale, allora sì che saremo in grado di offrire un servizio utile alla cittadinanza. La scelta è obbligata: occorre puntare sugli spostamenti eco-sostenibili, che riducano i bus termici attualmente in circolazione e che garantiscano entrate certe, necessarie per mantenere il trasporto pubblico efficiente ed efficace. Questo è l’unico rimedio al baratro dei conti e al cattivo funzionamento dei servizi rivolti ai cittadini. Per queste ragioni – continua il Capogruppo – è importante che anche la Regione faccia la sua parte e sostenga l’iniziativa attraverso un proprio contributo consolidato, da trasferire ad Amat, o meglio a tutti coloro i quali puntano allo sviluppo del trasporto pubblico locale eco-sostenibile. La Regione deve dunque sostenere tale iniziativa affinché quanto di buono è stato fatto non vada perduto. Sono fiducioso che il Presidente Musumeci e gli Assessori Armao e Falcone sosterranno queste mie parole, a favore di un percorso indispensabile per la città”.
“Si tratta di un atto necessario per sbloccare la macchina amministrativa e per iniziare a trattare da subito gli atti propedeutici per passare alla trattazione del bilancio di previsione 2018 – dice Ottavio Zacco di Sicilia Futura – Un ritardo causato dall’eliminazione dei disallineamenti di alcune ex municipalizzate, necessaria misura correttiva a cui è stato possibile arrivare grazie a una preziosa collaborazione tra l’amministrazione comunale e gli amministratori unici delle aziende, che hanno permesso di mettere in sicurezza le aziende e i conti del comune. Ora è necessario avviare un percorso congiunto tra maggioranza e opposizione per approvare velocemente il bilancio di previsione 2018 e iniziare a rivedere i contratti di servizio per rilanciare le aziende. Ma è anche opportuno che l’amministrazione presenti in tempi brevissimi il bilancio di previsione 2019, per il rilancio di quel progetto politico che abbiamo condiviso con gli elettori. Da componente di Sicilia Futura esprimo apprezzamento nei confronti di Cimino per il senso di responsabilità e per come ha condotto i lavori nell’affrontare l’approvazione del bilancio Amat e aver lavorato con gli uffici per essere pronti al confronto sul piano di risanamento, sul piano industriale e, soprattutto, sulla revisione del contratto di servizio”.
“La Lega dice no al bilancio consuntivo perché è carico di punti oscuri, un documento figlio dell’approssimazione che rispecchia perfettamente la natura di un’amministrazione comunale totalmente scollata dai veri problemi della città”. Lo dichiarano Igor Gelarda ed Elio Ficarra, consiglieri comunali della Lega che hanno lasciato l’Aula prima del voto. “Sono stati due mesi di dibattito mentre la città è piena di emergenze, senza piani industriali delle società partecipate e con il sindaco per giunta assente, come sempre, anche in questi ultimi cruciali giorni di dibattito. Sul no al bilancio da parte della Lega come valutazione negativa più generale dell’amministrazione Orlando – concludono Gelarda e Ficarra – non potevamo non tenere conto del severo parere contrario espresso dal collegio della Corte dei conti”.
“Oggi una Sala delle Lapidi gremita ha affrontato ancora una volta i dati relativi a questo bilancio consuntivo 2017, avendo come ultimo atto, la presenza del Presidente dell’Amat Michele Cimino, che non ha potuto fare altro che certificare una sconfitta che ha un solo terribile nome: 50 milioni di euro”. Ad affermarlo Sabrina Figuccia, Consigliere comunale Udc, che prosegue: “Ho sentito parlare di allarmismo, come se qualcuno dei consiglieri di opposizione avesse esagerato nel racconto dei conti del comune, peccato che a certificarlo nero su bianco sia stato il collegio dei Revisori dei conti con un parere sostanzialmente negativo. Sono convinta del fatto che l’amministrazione abbia una grande colpa, quella di tentare di nascondere la polvere sotto il tappeto, senza comprendere che ormai non è rimasto neppure il tappeto. Per questo non soltanto ho espresso a chiare lettere la mia contrarietà a questo rendiconto, ma al momento del voto sono uscita dall’aula per prendere le distanze da un atto che non posso che respingere al mittente. Proprio come respingo l’atteggiamento istituzionale e politico di una maggioranza che non intendo sostenere in alcun modo, men che meno garantendo con la mia presenza in aula il numero legale ad una maggioranza, che neanche su un atto così importante per la città ha saputo essere presente in maniera compatta”.
“Condivido le osservazioni dei revisori e sono anche io preoccupato per le sorti della città – dice Claudio Volante – ma confido in un punto di ripartenza con la consapevolezza dei rilievi e delle criticità emerse. Sarò attento vigile dell’osservanza delle rigide prescrizioni indicate dai revisori e mi farò promotore di iniziative per la ripresa della nostra città. Il rendiconto rappresenta una reale fotografia della reale situazione economica in cui versa il comune di Palermo”.
“Un consuntivo pressoché in linea con quello degli anni precedenti in cui comunque occorre prendere atto, – dice Marcello Susinno di Sinistra Comune – come peraltro sancito dall’Anci, come tantissimi Comuni vivono una condizione di sofferenza, causata sia dai minori trasferimenti di Stato e Regione ma anche dalle esigue entrate relative alle addizionali comunali dove il gettito pro-capite al sud è pari al 50% rispetto al nord. Qualcuno prenda atto – conclude Susinno – che a Palermo gli stipendi sono stati sempre garantiti a differenza di altre città della Sicilia”.