PALERMO – Entro i prossimi 10 anni la regione dovrà assumere 6735 dipendenti: 2248 funzionari, 3097 istruttori, 1078 impiegati di fascia b e 312 dipendenti di fascia a. Sono queste le indicazioni che emergono dal piano dei fabbisogno del personale della Regione siciliana approvato dalla giunta. Il documento opera una ricognizione dei dipendenti che sarà necessario assumere in un arco temporale che va dai tre ai dieci anni indicando anche quanto personale servirà dipartimento per dipartimento.
In pensione 2.328 regionali
Alle nuove assunzioni farà dall’altra parte fronte un esodo di impiegati che usciranno dai palazzi della Regione per andare in pensione. Se la dotazione organica regionale infatti nel 2018 ha contato 14.297 fra dirigenti e non, occorre considerare che durante l’anno sono andate in pensione 616 persone. Nel 2019, poi, i dipendenti scenderanno a 13.681, ma ci saranno ulteriori 779 pensionamenti. Il numero si ridurrà ancor di più nel 2020 quando tra dirigenti e dipendenti del “comparto” la Regione potrà contare su 12.902 impieganti. Quel’anno però andranno via 933 dipendenti e, così, in tre anni ci saranno 2328 regionali in meno.
Due dipendenti su tre sta in “periferia”
La questione si complica però se si considera com’è distribuito questo personale. Una delle cose che, ad esempio, emergono nel dossier è che il personale regionale presente negli uffici centrali di Palermo è pari a un terzo del totale: il 68% dei dipendenti, in termini numerici 7331 impiegati, si trova negli uffici periferici. Mentre 3450 dipendenti lavorano negli uffici palermitani. Non solo. A questi numeri, dal numero di quelli che lavorano alla pratiche negli uffici centrali, bisogna sottratte tutto il personale che è iscritto nella pianta organica della Regione ma è in comando, in distacco o in assegnazione ad enti pararegionali come Il Fondo Pensioni, gli Ersu, l’Aran Sicilia e il Comando del Corpo Forestale: circa 141 persone.
Come già anticipato da LiveSicilia qualche settimana fa la Regione proverà a porre argine all’emorragia assumendo circa 600 dipendenti appartenenti al “precariato storico” grazie ad una norma della finanziaria. Poi occorrerà superare il blocco delle assunzioni importando un nuovo modello di ricerca del personale: sulla base delle aree nelle quali è prevista maggiore spesa. Insomma il personale che sarà assunto e allocato dovrà essere destinato principalmente ai fondi europei, per le procedure amministrative e legali e per le l’utilizzo di piattaforme informatiche e tecnologiche: saranno insomma necessari esperti di progettazione, giuristi e ingegneri informatici. E intanto, negli uffici arrivano 110 giovani tirocinanti.