“Mi scusi, posso toccarla? Sa, non ho mai toccato un massone”. È lo spaccato di una conversazione che si è svolta davvero qualche tempo fa nelle stanze di Montecitorio. La Commissione Antimafia era alle prese con un disegno di legge sulla massoneria e la “strana” richiesta è stata rivolta poco prima della seduta al Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, Stefano Bisi, dal deputato siciliano della scorsa legislatura Andrea Vecchio. “Ho risposto ‘certo’, lui mi ha toccato il bavero della giacca, poi si è allontanato”, racconta Bisi. Senza troppe inflessioni. Senza accenni di giudizio. “Che dire – aggiunge infine il Gran Maestro – questo mi sembra il modo migliore per spiegare che molto di quello che si pensa e si dice sulla massoneria ha a che fare con la non conoscenza. Temono la massoneria perché non la conoscono”.
Chi la teme?
Chi governa.
E non pensa che forse questo derivi dalla vostra natura di “associazione segreta”?
Non abbiamo vincoli di segretezza. Anche in posti difficili, non so, come a Castelvetrano o a Campobello di Mazara, ci sono delle targhe nei posti in cui ci riuniamo. Facciamo soltanto rispettare il nostro diritto alla riservatezza, come molte altre associazioni. È un po’ come per le squadre di calcio, ci sono due momenti: quello dello spogliatoio, a cui possono accedere solo giocatori e allenatore, e quello del campo, della partita, in cui il pubblico può assistere, applaudire o fischiare. Il Tempio è il nostro spogliatoio, ma anche noi abbiamo i nostri appuntamenti pubblici.
Come il convegno organizzato questa settimana a Palazzo dei Normanni dopo l’approvazione della legge della Commissione Antimafia dell’Ars sulla massoneria.
Una legge mostruosa, occorre ribadirlo, perché punta a individuare gli amministratori pubblici soltanto in base alla loro appartenenza o meno alla massoneria. L’obiettivo è quello di additare all’opinione pubblica gli amministratori massoni. E questo ci pare ingiusto, iniquo. C’è una legge simile in Toscana, del 1983, che pur con tutte le violazioni della privacy che prevede è comunque più giusta di quella siciliana in quanto prescrive di dover indicare tutte le associazioni di cui si fa parte, non solo la massoneria.
Quali altre associazioni dovrebbero essere “rivelate”, secondo lei.
Tutte. Che sia la Croce rossa Italiana, le società sportive, l’Azione cattolica, l’Arci. Quello che mi colpisce è che durante il dibattito all’Ars alcuni deputati hanno anche fatto questa proposta e non è passata, così come non è stato accolto nemmeno il suggerimento dell’ufficio studi del Parlamento regionale che affermava l’inopportunità di indicare solo l’appartenenza alla massoneria. Lo Curto e Catalfamo lo hanno fatto presente, ma non è servito.
Eppure il governo nazionale non ha impugnato la norma, come mai?
Io me l’aspettavo, infatti. D’altronde, forse sbagliavo, visto che i componenti di questo esecutivo hanno scritto delle regole per cui i massoni non possono fare i ministri. Un’idea un po’ strana, in verità, perché per esempio non avrebbero potuto essere ministri del governo Lega-M5s personaggi del calibro di Enrico Fermi, premio Nobel per la Fisica, e non avrebbe potuto fare il ministro della Cultura il siciliano Salvatore Quasimodo, Premio Nobel per la letteratura.
I capigruppo di Udc e Fdi all’Ars, Lo Curto e Catalfamo, non hanno compilato le certificazioni e ora attendono le sanzioni per poter fare ricorso e far arrivare il caso alla Corte Costituzionale.
I due parlamentari attendono di essere puniti, sì. Ddirei che si tratta di un caso più unico che raro. Seguiamo con molta attenzione quello che succede in Sicilia.
Secondo lei è possibile che tra i 70 parlamentari regionali ci sia stato chi, pur essendo massone, ha negato di esserlo nella certificazione per mantenere la segretezza dell’appartenenza.
Non credo. Certo, è stato brutto vedere che c’è stato un consigliere comunale di Mazara del Vallo che ha dichiarato di essere un massone e pochi giorni dopo è stato sbattuto in prima pagina. Che motivo c’era?
Al di là della “non conoscenza” evidentemente deve esserci qualcosa di più. Perché la massoneria fa così paura? Glielo chiedo di nuovo. Perché vi considerano alla stregua della mafia?
Perché non la conoscono. E noi respingiamo quanti ci trattano come criminali.
Vi associano alla P2?
Quella è stata una pagina nera del Grande Oriente d’Italia, ma è una storia che non si può ripetere. Negli anni settanta il Grande Oriente è stato piegato agli interessi di una sola persona, Licio Gelli, a cui furono dati più poteri di quelli previsti. Ma è stata solo una deviazione.
Deviazione?
È come nel caso dei preti pedofili o di esponenti delle forze dell’ordine corrotti: la loro presenza non scatena la caccia ai cattolici o a tutti gli uomini in divisa.
La vostra organizzazione è così complessa che appare quasi come un’organizzazione parastatale.
Capisco la difficoltà a orientarsi, per questo avevo chiesto con lettera formale all’Ordine nazionale dei giornalisti di organizzare un corso di formazione con persone capaci di divulgare per cercare di evitare il più possibile errori grossolani. Apprendista, maestro, loggia, comunione, bussanti: anche il nostro linguaggio è complesso. Ma la proposta ci è stata bocciata: ‘argomento troppo specifico’ ci hanno detto.
“Bussanti”?
Chi vuole entrare nella massoneria. Un procedimento che oggi passa anche dal web, dal nostro sito, ma che può durare tantissimo: per me è durato dal 1978 al 1982, mentre la vicenda P2 era ancora calda.
Poi c’è la cerimonia di iniziazione. Forse anche questa ritualità fa pensare alla mafia…
Nella società italiana le società iniziatiche esistono e questo non vuol dire essere mafiosi.
Migranti e donne possono iscriversi alla massoneria?
Ci sono dei motivi per cui le donne non posso essere massoni e per cui l’argomento non è in agenda. Un motivo è storico: noi ci consideriamo gli eredi dei costruttori delle cattedrali medievali e lì non c’erano donne. Inoltre, il Grande Oriente d’Italia è in rapporto di reciproco riconoscimento con oltre 200 comunioni massoniche del mondo, dove la regolarità è la non non presenza di donne.
Quindi o tutti o nessuno?
Esatto. Ma ci sono organizzazioni massoniche miste o femminili. Diverse dal Grande Oriente.
E sui migranti che mi dice?
Abbiamo assegnato il Premio Galileo Galilei a Pietro Bartolo per la sua attività a favore di chi arriva nel nostro Paese. Però siamo convinti che da soli noi italiani non risolveremo nulla, occorrerà che ci sia una mobilitazione europea per riuscire a trovare accoglienza civile.
Qual è il vostro rapporto con la politica?
La massoneria non fa politica. I massoni sono liberi di fare politica come e dove vogliono.
Anche nel Movimento 5 stelle? Qualche tempo fa si è battuto in prima persona contro la clausola sulla massoneria nel contratto di governo…
Un nostro fratello, in sonno quando si è candidato (ovvero che non partecipa ai lavori della loggia, ndr), è stato eletto alla Camera per il Movimento 5 stelle e almeno altri due o tre sono stati candidati. Ognuno nella massoneria è libero di votare per il partito che ritiene più vicino alle sue idee. Noi giuriamo sulla Costituzione italiana. Non mi risulta che lo facciano nei partiti o nel Movimento 5 stelle.