PALERMO – “Non riesco più a percorrere quel tratto di strada, Aldo mi manca terribilmente, anche Thor avverte la sua assenza”. Il dolore è ancora vivo nelle parole di chi conosceva il clochard ucciso sotto i portici di piazzale Ungheria un mese fa. Per lui hanno pianto i residenti e i commercianti della zona, i volontari che lo assistevano e tutti coloro che, almeno una volta, lo avevano notato insieme al suo inseparabile gatto. Aldo conquistava tutti, compreso Thor, un Rottweiler che a passeggio con la sua padrona, aveva sempre ben chiaro il luogo in cui avrebbe ricevuto amore e carezze.
Al guinzaglio di Paola, che abita nel centro storico, quell’area sotto i portici era una tappa fissa. E il cane aveva anche trovato un nuovo amico: Helios, da cui il clochard non si separava mai. D’altronde, avevano girato il mondo insieme. “Alla nostra vista, Aldo ci salutava con gentilezza – racconta la ragazza – e subito accarezzava Thor. Era un uomo che per noi contava, eccome se contava. Da metà dicembre, ci sono i fiori al suo posto e tutti sentiamo la sua mancanza. Senza il suo sorriso, la sua disponibilità, i suoi racconti, la sua gentilezza, quel posto non è più lo stesso”. Lui non c’è più, qualcuno l’ha massacrato a colpi di spranga per rubargli i pochi soldi che aveva guadagnato facendo ritratti per strada. E in arresto per il suo omicidio, c’è un sedicenne romeno.
Thor continua a cercarlo, spera ancora di ricevere quelle coccole e di giocare insieme ad Helios. Si ferma, annusa quel luogo, crede di poterlo incontrare da un momento all’altro. “Quello con Aldo era ormai diventato un appuntamento fisso – prosegue Paola -. La prima volta che ho portato Thor a fare una passeggiata, aveva un mese e mezzo e Aldo si è subito avvicinato per accarezzarlo. L’ha visto crescere. Helios non era per nulla intimorito da lui, si avvicinavano, si scrutavano, erano amici. So che adesso quel gatto stupendo è in buone mani, il ricordo di Aldo vive nei suoi occhi, ne sono certa”.
Dopo la morte del clochard, in tanti hanno condiviso sui social un ricordo o un aneddoto a lui legato. Paola ha pubblicato una foto che ritrae il suo Thor triste, seduto vicino al punto in cui l’uomo franco-magrebino aveva creato il suo giaciglio. E’ lì che ha immaginato un dialogo col suo cane, al quale spiega perché il suo adorato Aldo è andato via.
“Thor, non c’è più il nostro amico, non è qui”. Lui mi guarda ogni volta sbalordito e con le lacrime. “Sì Thor, hanno ammazzato Aldo, è stato un ragazzino di 16 anni, poco importa di quale etnia fosse. Quanta cattiveria c’è fra gli umani mio caro Thor, si uccide per gioco, per soldi, per invidia o per gelosia mentre tu, mio fedele amico, ogni volta che passiamo lo cerchi e aspetti nonostante lo vedessi solamente dieci minuti al giorno. È così vero Thor, voi cani siete migliori di noi umani”.
Una breve, ma intensa amicizia spezzata dalla violenza. Il clochard amato da tutti è stato ucciso nella notte tra il 16 e il 17 dicembre: a trovarlo senza vita sotto il suo cumulo di coperte è stata la dipendente di un bar, una ragazza che ogni mattina gli offriva il caffè. Ha tentato di svegliarlo, quando si è resa conto che non c’era già più nulla da fare ha lanciato l’allarme.
La profonda ferita alla testa e il sangue, hanno subito parlato chiaro: qualcuno aveva colpito Aldo, che da diversi mesi dormiva ormai sotto l’occhio di una telecamera. Sono state proprio le immagini a svelare l’identità di chi è entrato in azione. Con il contributo di un altro senzatetto, sentito dai carabinieri il giorno dopo l’omicidio, è stato possibile risalire al minorenne, poi rinchiuso al Malaspina. “Non volevo ucciderlo”, ha dichiarato. Ma quel colpo alla testa non ha lasciato scampo ad Aldo e la sua vita è finita nella città che amava.