Violenza, strade rotte, furti e droga... L'inferno di piazzale Ungheria

Violenza, strade rotte, furti e droga… l’inferno di piazzale Ungheria

Una parte del centro storico nel completo abbandono

PALERMO – Se il centro di Palermo è un’isola con sacche consistenti di degrado, piazzale Ungheria è la sua rappresentazione più cruda: un incubo a occhi aperti. Da tempo, il locale Comitato sorto spontaneamente – che ha una documentatissima pagina Facebook – denuncia la tenace invivibilità dei luoghi, tra violenza, furti, strade rotte, e droga. Appena qualche giorno fa, sotto i portici, è stato dato alle fiamme il giaciglio di due clochard che, per fortuna, non erano presenti.

Il problema della sicurezza

La nostra guida all’inferno, per un sopralluogo dai contorni agghiaccianti, è Marcello Traina, una delle anime del Comitato. E’ lui a descrivere, con gesti e parole accorate, la situazione. “Ecco, guardi – dice Traina -. Non c’è nessuna sorveglianza, non ci sono controlli, non c’è niente. Siamo nella terra di nessuno. Vede questo slargo? Qui, anche a notte fonda, giocano a calcio, a padel, ballano, mettendo la musica a tutto volume e può scoppiare la rissa. Il Comune ha promesso un intervento, abbiamo ricevuto la visita del consigliere Ottavio Zacco, presidente della sesta commissione che si occupa di sviluppo, ed è un segno di interesse che apprezziamo. Ma bisogna fare presto. Ogni giorno qualcuno ruba qualcosa nelle macchine, anche di mattina, ci sono i negozi minacciati, c’è chi si droga. Chiediamo il ripristino della vivibilità a cominciare dalla sicurezza. I commercianti sono allo stremo”.

A vista d’occhio si manifesta uno spettacolo degradante di marciapiedi rotti, di sporcizia, di scritte che sporcano dappertutto e di abbandono. I cartoni incendiati che erano ricovero dei clochard risaltano, in frammenti e bruciature, dentro uno spettrale cunicolo dalle pareti annerite.

“La sporcizia è ovunque”

“La sporcizia è ovunque – dice Silvano Barraja dal presidio della sua gioielleria -. L’immondizia non viene raccolta per giorni, dai portici al grattacielo è uno scempio. Le caditoie sono in disuso, c’è chi butta ferri, chi bottiglie… Ho segnalato la situazione più volte. L’altra volta ho fermato personalmente un mezzo della Rap”. Ma questa piccola Palermo, nonostante le denunce, appare inesorabilmente desolata e senza cura. Eppure, siamo nel cuore del biglietto da visita di una comunità che si offre allo sguardo di chi passeggia, turisti compresi.

La saracinesca di Aldo

Tra rifiuti e grate divelte, c’è una saracinesca che racconta una storia tragica. Qui c’era la casa sotto il cielo di Aldo, clochard e uomo buono, assassinato per pochi spiccioli. Alcuni tra i paramenti che ricordano la morte violenta di un uomo sono cotti dal sole ed erosi dalla pioggia. Una sintesi dell’abbandono. Come tutto il resto.


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