Prosegue il nostro viaggio tra le categorie più penalizzate dai tagli in bilancio. Dopo l’allarme dei Teatri siciliani e quello della musica jazz, ora è il momento dei non vedenti
PALERMO – “I non vedenti rischiano di perdere servizi di cui non possono fare a meno, e di tornare indietro di 100 anni”. Le parole di Gaetano Minincleri, presidente regionale dell’Unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti, aprono l’ennesima finestra di preoccupazione fra i tagli della Finanziaria 2019. Le scelte della Regione Siciliana per colmare i suoi enormi debiti colpiscono l’Uici e la Stamperia regionale braille, che perderebbero circa 570mila euro, il Centro regionale Helen Keller di Messina, a cui verrebbero tagliati circa 300mila euro, e l’Istituto dei ciechi Florio e Salamone di Palermo, che dovrebbe fare a meno di una cifra intorno ai 250mila euro.
Ognuno di questi enti ha compiti diversi, ma tutti hanno l’obbiettivo comune di rendere più normale possibile la vita delle persone non vedenti e ipovedenti. Normalità che verrebbe fortemente minacciata dai tagli: “Per esempio, attraverso la stamperia braille di Catania, forniamo libri agli alunni delle scuole e agli allievi delle università in tutta la Sicilia – spiega Minincleri –. Con il taglio, i libri non potrebbero più essere stampati, oppure il loro numero si ridurrebbe di molto. Un duro colpo lo subirebbe anche il servizio di accompagnamento – prosegue – perché è vero che viene operato dai volontari del Servizio civile, ma per gestire il Servizio civile occorre il nostro personale dell’Uici”. Un Operatore locale di progetto (Olp) ogni 4 volontari, per la precisione, che sia presente in sede per almeno 10 ore secondo disposizioni di legge. “Se non ho un contributo economico devo ridurre questi ragazzi – dice il presidente – e non si tratta di poche persone: per ogni provincia abbiamo almeno un centinaio di Olp, cento per esempio solo nel Messinese”. A cui si aggiungono gli psicologi, gli assistenti sociali e i circa 50 dipendenti dell’Unione in tutta la Sicilia.
Anche il settore della riabilitazione accuserebbe gravi danni dovuti alla riduzione dei fondi: fatta eccezione per quelle di Catania ed Enna, convenzionate con l’Asp, le sezioni provinciali dell’Uici operano con l’ausilio di fondi regionali. “E non parliamo del fatto che abbiamo due unità oftalmiche mobili – dice Minincleri – che probabilmente sarebbero le prime a subire tagli perché non ci sarebbero soldi per gli autisti e gli oculisti a bordo. Siamo gli unici – continua – a girare le scuole siciliane per sottoporre i bambini alle visite, dalla scuola materna fino alle superiori, e possiamo farlo solo grazie a queste unità. Il servizio verrebbe molto ridimensionato: ci ritroveremmo a ritirare completamente un’unità mobile, e la seconda opererebbe molto saltuariamente”.
Chiudono la lista delle attività a rischio i corsi organizzati dal Centro Helen Keller, istituito nel 2001 con una legge regionale, per arricchire la sfera delle pari opportunità delle persone non vedenti e ipovedenti. La struttura, che si trova a Messina, comprende la Scuola cani guida e offre corsi negli ambiti più svariati: informatica, orientamento, mobilità, riabilitazione socio-lavorativa, autonomia personale e sviluppo di abilità manuali. Organizzarli ha dei costi non indifferenti, come spiega il presidente Giuseppe Terranova: “L’addestramento un cane guida che comporta un lavoro che dura un anno e mezzo per ogni cane – spiega – cioè un anno per la socializzazione dell’animale, e poi sei mesi di addestramento; infine, si educa il conduttore. Facendo i conti – conclude Terranova – il costo per ogni cane è di circa 32mila euro. Però è un cane che dà libertà, autonomia e indipendenza alla persona: sono diritti fondamentali, tutelati dalla costituzione, e la Regione istituendo il centro se n’è assunta la responsabilità”.
L’Uici Sicilia ha il vantaggio di poter contare anche su altri proventi, che però Minincleri non giudica sufficienti. Non basterebbero a garantire tutti i servizi gli incassi delle quote di tesseramento, 50 euro versati da ognuno dei circa 20mila soci, e le visite ambulatoriali oculistiche dal costo medio di 30 euro disponibili nelle sedi provinciali. “Noi speriamo tantissimo nella sensibilità dei politici – ammette Minincleri – e che con la Finanziaria si possa correggere il tiro. Abbiamo incontrato tutti tra maggioranza e opposizione, anche il presidente della Regione Musumeci e il presidente dell’Ars Miccichè, che ha mostrato una certa sensibilità. Siamo anche consapevoli della difficoltà del momento, ma vorremmo dare ai nostri ‘fratelli’ le stesse possibilità che abbiamo avuto noi in passato”. Anche Terranova si unisce all’appello, affidandosi “alla sensibilità del governo regionale e del parlamento, a livello di uomini che hanno responsabilità, affinché sostengano il settore della disabilità, in cui i bisogni e le necessità sono concreti”.
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