TERMINI IMERESE (PALERMO) – Promesse di assunzione, di assegnazione dei servizi, favori ai dipendenti comunali. Attorno alle amministrative di due anni fa a Termini Imerese ci sarebbe stato un sistema organizzato di scambi e accordi in cambio di voti, in questo caso a favore di Francesco Giunta, poi eletto sindaco. Nell’ambito della maxi inchiesta della procura termitana, 96 persone hanno ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini: nel lungo elenco di nomi c’è anche quello del primo cittadino.
Tra gli episodi ricostruiti dagli inquirenti, quello in cui Giunta avrebbe promesso un posto di lavoro al dipendente comunale Agostino Rio, anche lui tra gli indagati, in cambio del suo voto e di quello dei familiari. “Un posto come corriere – si legge nell’avviso di conclusioni delle indagini – da ottenere con la mediazione di Vito Panatella e Totò Cordaro, da destinare ad una persona a scelta da Agostino Rio”. E in cambio dell’appoggio elettorale, il posto da corriere sarebbe stato destinato ad un parente del genero dell’impiegato comunale.
Giunta e Rio avrebbero stabilito accordi anche in un’altra occasione. Era il giugno del 2017, e a Fabio Maciocia, Nicola Santovito e Salvatore Cammarata, sarebbe stato promesso che, una volta eletto, Giunta avrebbe affidato all’impresa che rappresentavano, il servizio di riscossione dei tributi del Comune. In più, secondo la procura termitana, uno dei tre sarebbe stato assunto nella stessa azienda a tempo indeterminato.
“I cinque – si legge nell’avviso – con promesse, collusioni e altri mezzi fraudolenti, turbavano il procedimento amministrativo per stabilire il contenuto del bando di gara per l’affidamento del servizio, in modo da condizionare le modalità di scelta del contraente da parte della pubblica amministrazione”. Ma non solo posti di lavoro e promesse di assunzione. Il sindaco di Termini Imerese si sarebbe infatti anche impegnato, sempre nei confronti di Agostino Rio, per trasferirlo dal museo comunale alla biblioteca, da cui sarebbero a loro volta stati trasferiti i dipendenti a lui “non graditi”, in particolare tre donne. “Caputo Salvatore suggeriva a Giunta di attuare il trasferimento a gruppi di tre o quattro unità per evitare cause si mobbing”.
Ma l’elezione a sindaco avrebbe portato dei vantaggi anche alla dipendente di una impresa di pulizie, alla quale il primo cittadino avrebbe promesso, in cambio dei voti, l’adeguamento del contratto di lavoro a tempo determinato. Quello che viene a galla dalla mega inchiesta non si limita però ai favori e agli accordi in cambio dell’appoggio elettorale. Francesco Giunta, all’epoca sindaco pro-tempore, avrebbe infatti utilizzato l’auto di servizio per incontri privati a Palermo, deviando anche il percorso di vari chilometri.
Nel gennaio del 2018, sempre con l’auto di proprietà del Comune, sarebbe andato ad un funerale. Tra le accuse che travolgono il primo cittadino, anche quella di aver coinvolto alcuni dipendenti comunali, e precisamente all’interno del corpo della polizia municipale, in compiti da svolgere per interessi personali “distraendoli ripetutamente dalle loro mansioni”, scrive il pubblico ministero Annadomenica Gallucci. Un vero e proprio ciclone che travolge il Comune di Termini Imerese, anche con presunti casi di assenteismo fra i dipendenti. Tutti gli indagati adesso potranno presentare memorie difensive o chiedere di essere interrogati. Poi, il pm passerà alla richiesta di rinvio a giudizio.