PALERMO – “Tutti mi chiedono se sarò o non sarò presente il 23 maggio nell’aula bunker. Sarò presente come ogni anno, la mia presenza istituzionale è doverosa e silenziosa. Per molti anni non ho salutato politici anti-mafiosi e quando tutti invitavano la Confindustria antimafia io mi permettevo di non invitarla, non invitavo neppure un senatore che si era definito paladino antimafia. Continuerò a non salutare, poi quando stai per incrociare qualcuno può essere utile lo smartphone”. Lo ha detto il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, rispondendo ai cronisti che gli hanno chiesto se stringerà la mano al ministro degli Interni Matteo Salvini, che sarà presente alla commemorazione della strage di Capaci in programma giovedì nell’aula bunker dell’Ucciardone.
“Ovviamente – ha aggiunto il sindaco – mi auguro che nessuno venga per fare comizi pre-elettorali, nel rispetto della memoria, del dolore e dell’impegno di Palermo contro la mafia e la cultura mafiosa”.
Orlando quindi ci sarà, ma nel segno dell’understatement. Qualcun altro in questi giorni ha fatto sapere che diserterà la cerimonia a cui è atteso Salvini. Come l’Arci, che ha indetto una manifestazione a Capaci e che con Giovanni Ferro si è rivolta a Maria Falcone: “Il 23 maggio l’Italia non ha bisogno di passerelle e di qualche guappo per ricordare Giovanni, Francesca e tutte le vittime di mafia”. Anche l’Anpi, si è appreso dalla stampa, non parteciperà alla celebrazione all’Aula bunker.
Confermano la loro presenza alle celebrazioni i sindacati confederali. E se la Cgil invita i lavoratori a partecipare al corteo che si chiuderà all’albero Falcone, Leonardo La Piana, segretario della Cisl Palermo dice: “Ci preoccupa il clima di divisione che sta maturando in queste ore e che non farebbe altro che porre un accento negativo a una giornata che deve svolgersi solo all’insegna della memoria”.
Un ecumenico invito ad abbassare i toni giunge anche dagli alleati di governo di Salvini, i 5 Stelle: “Giovanni Falcone diceva che le Istituzioni sono sacre e non bisogna mai confonderle con le persone che le rappresentano. Per questo motivo è bene ricordare che la perdita dei ‘nostri’ eroi e la lotta alla mafia non può essere considerata prerogativa di una parte o di pochi. Piuttosto va ribadito che la cultura dell’antimafia non deve appartenere ad alcun colore politico ed eventi celebrativi come quello del 23 maggio devono restare trasversali e lontani dalle strumentalizzazioni”. Così i parlamentari Roberta Alaimo, Steni Di Piazza,Valentina D’Orso, Aldo Penna, Giorgio Trizzino e Adriano Varrica.