PALERMO – Hanno un’età compresa fra 32 e 74 anni. Uomini e donne. Li accomuna l’odio delle frasi rivolte contro il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. La Procura di Palermo ha chiuso l’indagine e si appresta chiedere il rinvio a giudizio di nove persone che, nel 2018, sui social, insultarono e minacciarono il Capo dello Stato.
Erano i giorni in cui il Quirinale affidò l’incarico per la formazione del governo a Carlo Cottarelli. Un tentativo naufragato e seguito dall’esecutivo gialloverde, sorto sul patto fra Movimento Cinquestelle e Lega. Gli “haters” sono accusati di attentato alla libertà, offesa all’onore e al prestigio del presidente e istigazione a delinquere. Reati gravissimi, puniti con una reclusione da cinque a quindici anni di carcere. L’eventuale processo si svolgerebbe davanti alla Corte di assise.
Dell’elenco fanno parte Manlio Cassarà, palermitano di 41 anni, Michele Ivo Calabrese, 62 anni, di Bari, Eliodora Elvira Zanrosso, nata a Morazzone, in Provincia di Varese, 68 anni fa, Mirko Bonomo, altro palermitano di 32 anni, Massimiliano Volpi, 42 anni, di Roma, Dalves Porru, 43 anni di Rho, in provincia di Milano, Gennaro Zimotti, 46 anni, di San Giovanni Rotondo (Foggia), Eddi Maria Cavaglieri, mantovana di 74 anni, Davide Palotti, milanese di 54 anni.
Il primo ad essere identificato dal procuratore aggiunto Marzia Sabella e dal sostituto Calogero Ferrara fu il palermitano Cassarà, che scrisse su Facebook: “hanno ucciso il fratello sbagliato”, riferendosi all’omicidio di Piersanti Mattarella, fratello del capo dello Stato, assassinato dalla mafia nel 1980. Poi toccò a Michele Calabrese, il cui post era ancora più duro: “Dovremmo fargli fare la fine del pezzo di m… (nel post l’offesa era esplicita ta , ndr) del fratello”. Sempre Calabrese, commentando il desiderio di una donna ( “ci vuole il Duce. Come quando marciò su Roma” ) aggiungeva : “Finalmente una frase decente…non il duce ma una o 2 persone che mettano a posto un po’ di cose. Sono troppi gli interessi di questi pezzi di m… a cominciare da Mattarella e quello che hanno fatto è grandiosamente schifosa. Per me meriterebbero l’ergastolo se non peggio…”. Ed ancora: “Il fratello è stato ammazzato da qualcuno che aveva le palle…”.
Zanrosso commentava: “ti hanno ammazzato il fratello, non ti basta?”. Mirko Bonomo scriveva: “Dovresti sputarti in faccia da solo, guardarti allo specchio e dirti: sono uno che non vale niente, sono solo un mafioso con giacca e cravatta!! Sei una vergogna per tutta Palermo essendo che sei un nostro concittadino!! In confronto alla buona anima di tuo fratello ucciso dalla mafia tu sei solo un verme. Governo ladro”. Tutti gli indagati hanno creduto di potersi prendere la libertà di definire Mattarella “figlio di Satana”, un poco di buono che “merita di bruciare vivo”, di essere ammazzato “non come Mussolini”, del quale tessevano le lodi.
Una tastiera e un pc non proteggono. Non garantiscono l’anonimato. A digitare ci sono uomini in carne e ossa. Nove di loro rischiano un processo. Ora avranno dei giorni di tempo per presentare memorie o chiedere di farsi interrogare per convincere i pubblici ministeri della loro innocenza. Se non ci riusciranno arriverà la richiesta di rinvio a giudizio. La Procura di Palermo ha chiuso l’indagine e si appresta chiedere il rinvio a giudizio di 9 persone che, nel 2018, sui social, insultarono e minacciarono il Capo dello Stato Sergio Mattarella. Gli “haters”, accusati di attentato alla libertà, offesa all’onore e al prestigio del Presidente della Repubblica e istigazione a delinquere rischiano fino a 15 anni di carcere. Gli scritti minacciosi e offensivi riempirono i social dopo la decisione del Quirinale di affidare l’incarico per la formazione del governo a Carlo Cottarelli.