PALERMO – Si è chiusa con soli due articoli approvati la seconda giornata di lavori all’Ars sulla manovra finanziaria. Un ritmo lento, finora sono stati varati 7 articoli su 26, contrassegnato da un certo nervosismo da parte della maggioranza, che in serata ha costretto il presidente Gianfranco Miccichè a rinviare i lavori. Sarà dunque un primo maggio di lavoro, e non è la prima volta, per i deputati che si ritroveranno a sala d’Ercole alle 11 per cercare di chiudere la legge di stabilità. Eppure, dopo le tensioni di ieri esplose in aula col governatore Nello Musumeci che aveva abbandonato i lavori usando toni duri nei confronti del deputato Luca Sammartino colpevole di avere chiesto il voto segreto su un emendamento, fin dall’inizio della seduta di oggi il clima in aula è stato abbastanza disteso. Il merito è stato sopratutto di Miccichè: ha gestito l’aula con equilibrio, pacatezza e qualche battuta distensiva: e così dopo gli applausi ricevuti ieri dalle opposizioni per essersi dissociato dalle parole di Musumeci, il presidente dell’Ars oggi si è persino preso le lodi del Pd.
A tesserle è stato il deputato Nello Dipasquale: “Questa finanziaria l’ha salvata lei presidente, lei in aula sta svolgendo un ruolo importante perché questa manovra è stata costruita da questo Parlamento, dal centrosinistra e dal centrodestra. Tutti insieme abbiamo fatto squadra”. Esperienza o tattica quella di Miccichè? Poco importa, considerando le misure imponenti contenute nella legge di stabilità per fronteggiare l’emergenza economica per via del Covid-19, nonostante l’incertezza delle coperture finanziarie, più volte sollevata da Pd e M5s. L’impalcatura della manovra si regge in gran parte sui fondi extraregionali, sui Poc da riprogrammare e sulla quota di contributo al risanamento della finanza pubblica che la Regione ha deciso di appostare nonostante manchi ancora l’accordo con lo Stato. Incertezze che avrebbero potuto pesare e non poco nella gestione della manovra: Miccichè è riuscito a cogliere così la disponibilità delle opposizioni a proseguire l’esame dei documenti finanziari. E a suggerire anche strade alternative come la trasformazione in ordini del giorno di emendamenti da votare (molti del M5s), che avrebbero potuto creare difficoltà alla maggioranza. Proprio quella maggioranza verso cui Miccichè a tratti non è stato tenero. Tattica? E quando ha capito, in serata, che gli interventi di alcuni deputati di maggioranza avrebbero potuto sovvertire il clima disteso non c’ha pensato due volte: “Non esiste una maggioranza che ha scritto la finanziaria e si lamenta, che vuole intervenire su ogni cosa, mentre le opposizioni ascoltano. Stiamo esagerando, siamo ancora all’articolo 8”. E allora, dopo avere ascoltato lo sfogo del deputato Antonello Cracolici (Pd) dandogli ragione, Miccichè ha decretato il liberi tutti. Seduta sospesa. E rinvio a domani.
Si ricomincia da una tra le norme più importanti: prestiti e contributi a imprese e categorie produttive. “Questa finanziaria l’ha salvata lei presidente Micciche’, lei oggi in aula sta svolgendo un ruolo importante perche’ questa manovra e’ stata costruita da questo Parlamento, dal centrosinistra e dal centrodestra. Tutti insieme abbiamo fatto squadra”. Cosi’ il deputato del Pd, Nello Di Pasquale, intervenendo ieri in aula e chiedendo un maggiore sforzo aumentando il fondo perduto da parte del Parlamento sull’articolo 8, che stanzia 150 milioni di euro, in capo a IrfisFinSicilia Spa, per sostenere attraverso prestiti (e in parte fondo perduto) imprese e liberi professionisti, soprattutto attraverso prestiti. Ma l’apprezzamento delle opposizioni era stato chiaro anche due giorni fa quando Miccichè ha difeso il parlamento in seguito alle durissime parole usate da Musumeci nei confronti del deputato di Iv Luca Sammartino. In quel caso, il plauso era giunto anche attraverso un comunicato recante la firma di tutti i capigruppo dei partiti di minoranza.