Il governo resta sotto pressione mentre parte la fase 2 per le tensioni nella maggioranza. Il sì al Mes, sostenuto dal Pd e contestato da una parte del M5s, e il voto sulla mozione di sfiducia al ministro Bonafede presentata dal centrodestra per il caso delle scarcerazioni dei boss e la gestione dell’emergenza sanitaria nei penitenziari sono le prossime sfide. Sarà una settimana importante.
Il premier Giuseppe Conte cerca una mediazione. Mercoledì si votano le mozioni di sfiducia al ministro Bonafede e Italia Viva non ha ancora chiarito cosa farà. I renziani dovrebbero incontrare Conte domani, ma è lecito attendersi un tira e molla fino all’ultimo istante. Sfiduciare il Gardasigilli vorrebbe dire far saltare il governo.
Nel frattempo si è aggiunta una seconda mozione di sfiducia “garantista” nei confronti di Bonafede. La prima firmataria è Emma Bonino, di + Europa, insieme a Benedetto Della Vedova, Enrico Costa, ma anche a Giacomo Caliendo di Forza Italia e Matteo Richetti di Azione. Una mozione “in nome di Enzo Tortora e della sua battaglia per la giustizia giusta, in occasione dell’anniversario della sua morte avvenuta il 18 maggio del 1988”. Secondo i firmatari in Italia non verrebbe più rispettato il principio di non colpevolezza.
Ma il tema più caldo è quello economico: il presidente del Consiglio sta già lavorando al decreto su semplificazioni e appalti, ma non è ancora pronto il testo finale del dl Rilancio, approvato mercoledì in Consiglio dei ministri. Il Mes continua a non piacere al M5s. E così, anche se si potrebbe già usare 36 miliardi di fondi per la sanità, il governo italiano prende tempo.