Andrea Camilleri racconta, in anteprima a “Gente”, in edicola da domani, “Il cielo rubato”, suo ultimo giallo in libreria il 6 maggio. “Mi è stato suggerito da Eileen Romano, storica dell’arte – spiega – che mi ha posto di fronte a un enigma cui non ho potuto resistere”. L’enigma consiste nella breve visita che il grande pittore impressionista Pierre-Auguste Renoir compì a Girgenti, oggi Agrigento, con la moglie Aline. Il racconto, che non è riportato in nessuno dei libri che narrano la vita del pittore, fu invece descritto dal figlio, Jean Renoir, che ne scrisse una biografia. Ecco, Camilleri si è immaginato perché di quel soggiorno di fine ‘800 non siano rimaste opere, sebbene Renoir avesse dipinto paesaggi in tutti i luoghi del nostro Paese che ha visitato, da Venezia a Napoli. “Così mi sono immaginato che fossero rimaste, ben nascoste – racconta -, quattro tele con il cielo di Girgenti”.
La trama, naturalmente, è quella di un giallo “dove tutti ingannano tutti”. Poi offre un inedito assaggio della nuova indagine di Montalbano, “La danza del gabbiano”, in libreria a luglio. “Inizia con la scomparsa, nientemeno, che del suo fido ispettore Fazio – prosegue -, che getterà il povero commissario in un gioco dannato. E poiché è avanzato con gli anni, si lamenta ed è stanco di lavorare, ma non potrà sfuggire al suo destino. Nemmeno a quello in cui lo induce l’ennesima donna tentatrice. Finchè ce la fa”.
Camilleri comunque rassicura dicendo che Salvo non morirà mai: “L’ultima storia del commissario Montalbano l’ho già scritta quattro anni fa e lui non muore. Avevo un’idea buona e temevo di perderla per sopraggiunto Alzheimer. Il titolo è ancora provvisorio: “Riccardino”.