CATANIA – “Saitta Valentino è affetto, e lo era al tempo dei fatti, da una cronica infermità psichica che risponde ai requisiti diagnostici della Psicosi Schizofrenica Paranoide”. Queste le conclusioni a cui è giunta la psichiatra Liliana Gandolfo, nominata dal gip di Catania Pietro Currò per stabilire se Valentino Saitta, il 39enne di Maletto, autore lo scorso gennaio dell’omicidio dell’anziana madre Nunziata Sciavarello, fosse in grado di intendere e di volere mentre colpiva a morte la donna. Nel corso dell’incidente probatorio, davanti al gip e al difensore di fiducia dell’indagato, l’avvocato Enzo Mellia, la psichiatra ha illustrato il contenuto della perizia, evidenziando la totale esclusione della capacità di intendere e di volere del 39enne al momento del fatto. Secondo la perizia, inoltre, Valentino Saitta sarebbe socialmente pericoloso, ma in grado al momento di partecipare coscientemente al processo. Il giudice ha dunque trasmesso gli atti al pubblico ministero per le valutazioni del caso, tra cui l’adozione di un’adeguata misura di sicurezza.
L’OMICIDIO. Aveva già dato segni di squilibrio in passato, prima di quel tragico 26 gennaio, Valentino Saitta, destinatario di diversi trattamenti sanitari obbligatori. Mai nessuno però, forse, poteva immaginare che quel venerdì avrebbe potuto colpire con violenza la madre di 80 anni fino ad ucciderla. Un colpo, con un’arma contundente al cranio, che le è stato fatale. Madre e figlio convivevano in quella casa di via Spatafora, dove si è consumato il delitto. A scoprire il corpo ormai privo di vita ed a lanciare l’allarme la figlia della vittima. Il 39enne si trova al momento ricoverato nell’ospedale psichiatrico giudiziario di Barcellona Pozzo di Gotto, in provincia di Messina.