MASCALI – Sarebbe pari a quasi 100mila euro la somma “sparita” dalle casse del Comune di Mascali. E’ questo l’ultimo scandalo, dopo il doppio scioglimento dell’ente in 20 anni per infiltrazioni mafiose, che si abbatte come uno tsunami sul comune ionico. E’ lo scorso 27 aprile quando il responsabile del servizio finanziario dell’ente informa il Collegio dei Revisori dei Conti dell’avvenuta alterazione di un mandato di pagamento risalente al novembre del 2016. Da lì prendono il via tutti gli accertamenti dell’organo di vigilanza, presieduto da Fabrizio Immormino e composto anche da Tiziana Vinci e Antonino Merillo.
Si scopre che l’episodio è stato denunciato ai carabinieri nel novembre dello scorso anno, dunque cinque mesi prima, dal capo area del settore economico finanziario dell’ente. Una denuncia contro ignoti. Le prime verifiche compiute dai Revisori evidenziano immediatamente una situazione gravissima. “Il mandato originale n. 2358 (oggi non rinvenibile presso l’ente ma desumibile dalla distinta inviata al Tesoriere n. 198/2016) – si legge nel documento dei Revisori – è stato emesso dall’ente in data 2/11/2016 per un importo complessivo di € 154.996,30 di cui € 56.210, 16 destinati a …. ed € 98.786,14 a “Mascali 2000” mentre il mandato alterato n. 2358, rinvenibile alla data odierna presso l’ente, indica un importo complessivo pari ad € 56.220,16 di cui € 56.210,16 destinati a …. ed € 10,00 destinati a …”. Le ulteriori verifiche, compiute dai Revisori dei Conti prima della stesura della relazione al Conto Consuntivo 2016, confermano il quadro inquietante.
Il 14 maggio scorso in una relazione, inviata alla Procura di Catania, alla Corte dei Conti, al presidente del Consiglio comunale Giuseppe Priolo e, per conoscenza, al sindaco Luigi Messina ed al responsabile dell’area finanziaria dell’ente, i Revisori denunciano le gravi irregolarità riscontrate nella contabilità del comune. Gli approfondimenti riguardano anche il destinatario del mandato contestato, “Mascali 2000”, che non risulta beneficiario di somme in nessuna sentenza esecutiva. “E’ emerso – questo il contenuto dell’ulteriore relazione – che trattasi di soggetto diverso da persona fisica ed in particolare che la natura giuridica è ascrivibile a condominio”. E poi ancora, “il codice fiscale del legale rappresentante del condominio – si legge ancora – scaricato dall’Anagrafe Tributaria – Agenzia delle Entrate risulta essere identico a quello del Segretario Comunale Raffaele Milazzo, all’epoca dell’emissione del mandato, presso l’Ente così come emerge dall’anagrafica acquisita presso l’Ufficio del Personale dell’Ente”.
Non solo, come sottolineato successivamente dai Revisori, “lo stesso è stato il firmatario della determina di area amministrativa con la quale è stato disposto l’impegno di spesa e con la quale è stato reso il parere di regolarità amministrativa e contabile in ordine alla spesa da effettuare che come già evidenziato era quantificabile, sulla base della sentenza esecutiva n. 4898/2015, in € 56.210,16 anziché in € 156.210,16 che invece emerge dalla predetta determina. Lo stesso Raffaele Milazzo risulta essere il firmatario dell’atto di liquidazione con il quale si dispone il pagamento a “Mascali 2000” ossia a soggetto di fatto riconducibile allo stesso Raffaele Milazzo, nella qualità di legale rappresentante del condominio”.
Controllore e controllato a Mascali sarebbero stati di fatto un’unica persona. Adesso toccherà alla magistratura chiarire i fatti ed individuare i responsabili. Intanto, contattato telefonicamente, Raffaele Milazzo si trincera dietro il silenzio. “Non ho niente da dire – dichiara – Non ho ricevuto niente”.