CATANIA – Brutte notizie per il teatro Massimo Bellini di Catania. Si fa sempre più concreto il rischio che l’ente chiuda e al sindaco Bianco, insieme al sovrintendente, non rimarrà che andare a consegnare le chiavi al presidente della Regione Nello Musumeci. Nessun reintegro dei 4 milioni di euro di fondi da parte del governo regionale. Al contrario la stagione dei tagli prosegue inesorabile con una costante riduzione delle risorse. Si tratterebbe ora di 2 milioni di euro in meno per il 2018 sui 4 inizialmente annunciati. Rimane grave dunque la situazione economica finanziaria dell’ente il cui futuro era già stato messo a dura prova dal primo taglio applicato dal governo regionale nel bilancio provvisorio triennale. Quest’ultimo provvedimento aveva già provocato l’interruzione degli allestimenti delle opere e dei balletti in attesa che il governo Musumeci reintegrasse le risorse previste. Reintegro che evidentemente non ci sarà, almeno per il momento. Le risorse complessive destinate all’ente solo per il 2018 scendono ora a quota 11 milioni sui 13,4 milioni invece necessari per la sopravvivenza dell’ente lirico.
I due milioni concessi non basteranno comunque ad assicurare il proseguo delle attività artistiche. E le ripercussioni potrebbero essere gravissime anche per i dipendenti che rischiano di ritrovarsi senza stipendi a fine mese. E profondamente scossi sono i segretari aziendali di sigla del Teatro Massimo Vincenzo Bellini di Catania Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uil-Com, Ugl-Spettacolo, Fials Libersind che dichiarano:
“I sindacati apprendono con grande preoccupazione e amarezza che il governo Musumeci ha deciso di tagliare una parte dei fondi previsti al Teatro Bellini di Catania decretandone quindi la chiusura. Riteniamo tale decisione deludente ed incomprensibile visto che non sarà possibile proseguire le attività istituzionali lirico-sinfoniche con le risorse destinate. Avevamo sperato che si fosse finalmente chiusa la lunga stagione dei continui tagli regionali, prendiamo atto che così non è ed anzi dobbiamo subire la mortificazione di assistere alla chiusura del teatro, assai più umiliante per un ente virtuoso che fortunatamente non è caratterizzato da scandalose posizioni debitorie comuni invece in altre realtà”.
Pertanto i segretari chiedono, “al cda di dimettersi come atto dovuto nei confronti della città di Catania e ci aspettiamo che il presidente Enzo Bianco e il sovrintendente Roberto Grossi, consegnino senza indugio le chiavi del Teatro al Presidente Musumeci e al suo governo che saranno ricordati come coloro che hanno chiuso il Teatro Massimo Bellini di Catania. Addolora constatare che in questa nostra Sicilia lavorare per la cultura non paga e come scrisse lo scrittore, saggista e commediografo Karl Kraus “Quando il sole della cultura è basso, i nani hanno l’aspetto di giganti”, concludono.
Proprio nella giornata di ieri il governatore Nello Musumeci in visita a Catania aveva illustrato le difficoltà del governo regionale nel garantire le necessarie coperture finanziarie.
LA NOTA DEL SINDACO. Il sindaco di Catania, presidente del cda: “Reintegrare il taglio di circa due milioni di euro che bloccherebbe l’attività dell’ente lirico etneo a cominciare dalla stagione estiva nei teatri antichi di Taormina e Catania con gravi conseguenze sul turismo. Il taglio inoltre lascerebbe il personale, dipendenti pubblici, senza stipendio”. Il Massimo Bellini di Catania, al contrario del teatro lirico di Palermo, non ha finanziamenti statali ma solo regionali “La Regione reintegri il taglio di circa due milioni di euro che paralizzerebbe completamente l’attività del Bellini e porterebbe al blocco della stagione con l’impossibilità di pagare gli stipendi: lo chiediamo al presidente Musumeci e a tutte le forze politiche e lotteremo con ogni mezzo affinché l’impegno venga mantenuto”. Lo ha affermato Enzo Bianco,sindaco di Catania e Metropolitana e presidente del teatro lirico, secondo il quale la previsione della Commissione bilancio dell’Assemblea regionale siciliana di tagliare del dieci per cento il contributo agli enti culturali, peraltro già approvato dalla Giunta regionale, danneggerebbe irrimediabilmente il Teatro Massimo di Catania, ente autonomo regionale finanziato in massima parte appunto dalla Regione siciliana. Il Massimo palermitano, tanto per fare un esempio, pur penalizzato anch’esso dal taglio lineare, ha un bilancio sostenuto per oltre due terzi dal Ministero grazie allo status di ente lirico nazionale. “Ancora una volta – ha sottolineato Bianco – Catania paga lo scotto per essere l’unica grande città italiana non capoluogo di Regione. E l’Ars, pur alle prese con un una situazione di indubbia sofferenza finanziaria, deve riflettere sull’assoluta necessità di garantire alle istituzioni culturali dell’isola almeno la sopravvivenza. Pensare di risparmiare ottanta milioni sottraendoli all’arte e alla cultura è una scelta sbagliata. Danni maggiori deriverebbero all’economia della Sicilia, a cominciare dal turismo, che avrebbe danni considerevoli dalla paralisi del Bellini”. Bianco ha ricordato poi come il Teatro Massimo di Catania, in quanto ente autonomo regionale, abbia un organico di dipendenti pubblici e che l’amministrazione regionale deve farsi carico del loro costo. La previsione iniziale del Governo regionale era infatti quella di stanziare tredici milioni e mezzo di euro, ossia appunto il mero costo del personale. “Per il resto – ha detto Bianco – il Teatro Bellini si sostiene da sé grazie a una gestione virtuosa che, attraverso l’autofinanziamento ed entrate di minore entità, ha consentito all’ente nelle ultime stagioni di coprire le spese di produzione e quelle ordinarie e straordinarie. Uno sforzo organizzativo e artistico considerevole che, grazie al sovrintendente Roberto Grossi e al direttore artistico Francesco Nicolosi, ha condotto a incrementare la produttività, la presenza del pubblico, nonché la qualità e la quantità dell’offerta rivolta ai cittadini e ai turisti”. Va ancora evidenziato che da due anni il Bellini ha ulteriormente ampliato il proprio campo di azione, ben oltre la programmazione allestita nel monumentale teatro progettato dal Sada. L’ente gestisce infatti anche la stagione al Teatro Sangiorgi che coinvolge altre realtà musicali private attive nel territorio. Ed è sempre il Bellini a coordinare la stagione estiva al Teatro antico di Catania per conto del Comune e della stessa Regione. “Questo processo – ha evidenziato Bianco – ha portato a benefici non solo alla città di Catania ma all’intera Regione, incrementando il brand del Teatro Bellini in un’ottica culturale ma anche di attrazione turistica internazionale. E il taglio avrebbe la conseguenza di bloccare immediatamente la stagione estiva, già impostata con costi ridottissimi ma garantendo alta qualità e salute gestionale. Concerti e opere, a Catania come al Teatro antico di Taormina: tutto andrebbe cancellato. Un’estate senza il Bellini non è il modo migliore garantire un’offerta artistica e culturale agli abitanti della Sicilia orientale e ai tanti turisti che, per esempio, hanno scelto Catania come prima meta italiana per Pasqua”