CATANIA – Un evento impossibile fino a neanche troppo tempo fa. Anzi, impensabile proprio. L’intelligence incontra gli studenti dell’Università. I “servizi segreti”, per essere un po’ più cinematografici. Ma di segreto ieri all’ex Monastero dei Benedettini, sede oggi del polo umanistico dell’ateneo catanese, c’era ben poco. Già, perché in questa fase storica, la complessità dei temi legati alla sicurezza necessitano un lavoro di squadra. Per questo motivo il direttore generale del Dis, Alessandro Pansa, e il rettore Francesco Basile hanno sottoscritto un accordo di reciproca collaborazione su attività di ricerca scientifica e didattiche riguardanti la difesa del sistema democratico.
E non solo, l’incontro con il corpo studentesco ha avuto anche il sapore tutt’altro che vago dell’arruolamento. “Sì, un ‘I want you’ – ha detto Basile rispondendo ai giornalisti – La scuole di formazione e il dipartimento cercano giovani disponibili all’attività che ruotano attorno alla sicurezza nazionale, soprattutto nei nuovi campi tecnologici, quale la ricerca informatica, la cybersecurity. Il dialogo organizzato oggi può essere il preambolo per un eventuale reclutamento”. “Intelligence Live” è l’evento cui fa riferimento il rettore. Cioè, la tappa siciliana del roadshow promosso dal Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica (Sisr) nei principali atenei italiani. L’incontro, organizzato dall’Università di Catania, si pone nella scia di quanto stabilito dalla riforma dell’intelligence italiana, avvenuta nel 2007 con la Legge 124, che tra le varie innovazioni ha attribuito al Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (Dis) la promozione della cultura della sicurezza.
“Vogliamo scommettere su giovani universitari d’eccellenza, e tecnicamente preparati, con un forte senso di responsabilità e di attaccamento alle istituzioni dello Stato, che abbiano molta passione nell’affrontare nuove sfide, non solo dal punto di vista tecnologico, ma anche culturale”, è l’invito che Alessandro Pansa ha rivolto pubblicamente agli studenti catanesi. Perché proprio a loro? “Perché Catania è al centro del Mediterraneo e il Mediterraneo, per le dimenticanze del mondo occidentale, è esploso”, ha sottolineato.
Ma a dar valore scientifico ai lavori di stamani sono stati soprattutto i docenti dell’ateneo di Catania.Nell’intervento su “Flussi migratori fra sostenibilità e accoglienza”, il sociologo Carlo Colloca ha evidenziato le caratteristiche strutturali che i processi migratori hanno assunto, anche alla luce di recenti fatti di cronaca: “Dobbiamo riflettere – ha osservato il docente – su alcune criticità del sistema di accoglienza e sulla necessità di operare seguendo una logica all’insegna della sostenibilità a beneficio sia dei cittadini stranieri costretti a migrare sia dei territori e delle popolazioni coinvolte nell’accoglienza”.
“La crisi migratoria in atto da qualche anno nell’area del Mediterraneo presenta indubbie specificità rispetto ad altri flussi migratori verso l’Europa – ha aggiunto il professor Rosario Sapienza del dipartimento di Giurisprudenza – Queste specificità possono ricondursi, in ultima analisi, agli irrisolti problemi nella costruzione di rapporti paritari tra i paesi dell’Unione europea e i Paesi dell’Africa Mediterranea e sub sahariana, fortemente condizionati da dinamiche bilaterali attivate da alcuni Paesi europei, mai realmente multilateralizzate dall’Unione europea, nonostante i tanti tentativi nell’ambito della sua cosiddetta politica di vicinato”.
In ultimo, parlando di esperienze in Cybersecurity, il professor Giampaolo Bella ha posto l’attenzione sulla formazione di esperti ben capaci di proteggerci dai cyber criminali sin da oggi: “Questo obiettivo – ha spiegato, citando alcune iniziative già in atto nelle aule universitarie – pone la sfida aggiuntiva del potersi esercitare su scenari reali pur mantenendosi al di qua del confine della legalità. Le varie dimensioni del problema, quella sociale, quella giuridica e quella tecnologica, possono però essere esplorate con varie attività teorico-pratiche che risultano altamente formative oltre che legittime”. Per la cronaca, il lavori si sono aperti con gli indirizzi di saluto del rettore Basile e del direttore della Scuola di Formazione del Dis, Paolo Scotto di Castelbianco. A moderare l’evento Roberto Pennisi, direttore del dipartimento di Giurisprudenza.