CATANIA – Duecentomila tonnellate di rifiuti da trattare attraverso il compostaggio ogni anno, un affare da 20milioni di euro che sta scuotendo i piani altissimi della politica. Enzo Bianco, sindaco di Catania, ha bloccato la realizzazione del maxi impianto della Rem Srl in contrada Milisinni, che ricade entro i due chilometri della zona di protezione speciale del fiume Simeto.
Per il governo regionale, Salvatore Cocina in testa, energy manager fedelissimo di Rosario Crocetta, il progetto bloccato potrebbe dare vita al principale centro di trattamento della Sicilia orientale risolvendo i problemi di smaltimento dell’umido che, ancora oggi, finisce in discarica.
Il Comune propone un’area alternativa all’interno dei lotti dell’Irsap, in piena zona industriale, ma sullo sfondo c’è un braccio di ferro senza precedenti, proprio tra Bianco e Cocina, ovvero Crocetta.
IL PROVVEDIMENTO – Quattro paginette firmate dal sindaco in persona, insieme all’architetto Rosanna Pelleriti, dirigente dell’Urbanistica, contengono, punto per punto, i motivi per cui l’impianto di compostaggio non può essere realizzato in contrada Milisinni.
L’area scelta ricade, secondo il Comune, “entro i 2 chilometri dalle Zone di protezione speciale e dai Siti di interesse comunitario Fiume Simeto”, “è interessata – si legge nel provvedimento firmato da Bianco – da limitazioni aeronautiche della zona di influenza dell’impianto aeroportuale di Sigonella”.
I capannoni presenti sul terreno sono destinati all’allevamento e macellazione di bestiame.
Contrada Milisinni è un’area agricola – ricorda il Comune – e si trova in prossimità delle aree in cui verrà realizzato il Pua, Piano urbanistico attuativo della parte Sud di Catania e il Piano di utilizzo del demanio marittimo “in grado non solo di rivitalizzare il territorio ma di attrarre cospicui finanziamenti che mal si conciliano con la realizzazione di un impianto per il recupero dei rifiuti mediante processi di compostaggio”.
IL GABBIANO DELLA DISCORDIA – Il Comune di Catania ritiene che l’impianto di compostaggio possa costituire fonte di alimentazione del gabbiano reale e della cornacchia grigia “il cui numero – scrive l’amministrazione comunale – sta aumentando in maniera esponenziale proprio in questi ambiti, con gravi ricadute su altre specie ecologicamente più sensibili alterando drammaticamente la biodiversità di interi ecosistemi”.
Nei pressi del luogo in cui dovrebbe sorgere l’impianto sono presenti “culture specializzate pregiate”. Mancano anche le strade, quelle presenti non sarebbero idonee al traffico di mezzi pesanti previsto.
L’IMPRESA – A presentare il progetto è la Realizzazione e Montaggi Srl (Rem Srl) che si occupa di attività ambientali per committenti di primo piano come Isab, Edison, Syndial e Saipem. Amministratrice della Rem è Daniela Pisasale, moglie dell’imprenditore Emanuele Caruso, in passato al centro di un sequestro da parte della magistratura che si concluse con la restituzione dei beni e l’assoluzione da ogni accusa. Il fratello di Emanuele Caruso, Gaetano ha ottenuto il risarcimento per ingiusta detenzione. Secondo i legali Angelo Mangione e Vittorio Lo Presti, “i Caruso sono vittime della mafia”, sarebbero stati costretti a pagare le estorsioni al clan Santapaola. In passato avevano fatto parte di una “cordata” di imprenditori, spiega a Livesicilia l’avvocato Lo Presti, “che partecipava alle gare d’appalto”. Per questo era arrivata in primo grado la condanna per turbativa d’asta, ma il reato si è prescritto. I Caruso sono stati assolti con formula piena da ogni accusa di aver favorito la mafia.
IL MANAGER – Salvatore Cocina, energy manager della Regione, è convinto dell’utilità dell’impianto di compostaggio della Rem Srl che farebbe “risparmiare – spiega a Livesicilia – circa 12milioni di euro ogni anno ai Comuni della Sicilia orientale. Il risparmio sarebbe il risultato della differenza tra il costo del conferimento in discarica, (circa 140 euro, spiega Cocina), dove adesso finisce l’umido, e il costo di conferimento in un impianto di compostaggio, circa 80 euro a tonnellata. Il Comune di Catania propone di realizzare l’impianto in zona industriale, ma Cocina punta sui terreni di contrada Milisinni: “Nella stessa area, a qualche chilometro, c’è la mega discarica della Sicula Trasporti, in questo tratto si tratta di un impianto di compostaggio, per quanto grande, ma assolutamente in linea con i parametri di rispetto dell’ambiente”.
Il braccio di ferro tra Bianco e Crocetta è destinato a continuare, Cocina confida, a mezza bocca, che la Regione potrebbe non tenere conto del parere negativo del Comune di Catania e concedere il via libera alla realizzazione dell’impianto, rendendo caldissimo questo autunno di campagna elettorale.