CATANIA. Giro di boa per il processo sul tentato omicidio di Salvatore Malatino, il titolare dell’officina meccanica di Riposto, aggredito nel luglio dello scorso anno da un cliente, il 50enne Mauro Lo Mazzo, spazientito dalla mancata consegna della vettura. Davanti ai giudici della terza sezione penale del tribunale di Catania, presieduta da Rosa Anna Castagnola, sono stati sentiti gli ultimi tre testimoni dell’accusa. Il primo è stato proprio la vittima dell’aggressione. Il teste, su sollecitazione del pubblico ministero, ha ricostruito in aula le fasi antecedenti alla violenza. “Dovevo consegnarli l’auto entro le 13 ma ho avuto un problema con il radiatore. La moglie ha iniziato ad urlare dicendo che voleva la macchina”, questo il racconto del 64enne.
L’uomo si è poi assentato dall’officina per circa 20 minuti, rientrando poco prima delle 13. Il meccanico ha quindi riferito ai clienti che per riparare l’auto sarebbero state necessarie altre due ore e che avrebbe ripreso gli interventi nel pomeriggio, dopo la pausa pranzo. Ma la moglie dell’imputato, adirata per lo slittamento dei tempi di consegna, ha continuato ad inveire contro di lui. Fino a quando, ha riferito il teste, la donna ha urlato “Non mi tocchi, non mi metta le mani addosso”. A quel punto sarebbe scattata l’aggressione. L’imputato lo avrebbe colpito alle spalle, scaraventandolo sull’asfalto, e colpendolo mentre era già per terra tramortito. “Il marciapiede era pieno di sangue – ha riferito la vittima – Ho sbattuto la testa e mi usciva sangue dalle orecchie. Non ricordo bene cosa sia successo. Me lo hanno raccontato”. L’uomo è poi rimasto ricoverato in ospedale per 14 giorni, riportando un danno permanente ad un orecchio, da cui ha perso l’udito. Acquisito al fascicolo del dibattimento il referto dell’ospedale Cannizzaro di Catania.
Il teste, incalzato dal legale della difesa Enzo Iofrida, ha detto di non aver nemmeno sfiorato la moglie di Mauro Lo Mazzo. Circostanza smentita dalla successiva testimone, la moglie della vittima. La donna ha raccontato che il marito aveva poggiato le proprie mani sulle spalle della donna, ma solo per accompagnarla verso l’uscita dell’officina, in chiusura per la pausa pranzo. A quel punto Mauro Lo Mazzo, sentite le urla della moglie, si è scagliato contro il marito. La ricostruzione dei fatti è stata confermata da una terza testimone, presente sui luoghi al momento dell’aggressione. Quest’ultima ha riferito che l’aggressore, una volta resosi conto che il meccanico era tramortito, non lo avrebbe più colpito. Il 5 ottobre, data fissata per la prossima udienza, saranno sentiti due testimoni della difesa e l’imputato.