RANDAZZO – Il Comune di Randazzo ricorrerà alla procedura di Riequilibrio Finanziario Pluriennale. Il sì dell’Assemblea consiliare, con tredici voti a favore e tre contrari, è arrivato ieri notte, dopo un Consiglio durato quasi otto ore e conclusosi dopo le tre. A suggerire la dichiarazione dello stato di pre-dissesto e l’applicazione di un piano di riequilibrio, il commissario ad acta nominato in seguito alla mancata approvazione del bilancio di previsione 2015. Una procedura questa apparsa come inevitabile per ripianare debiti pari a sette milioni di euro, di cui tre e mezzo fuori bilancio e quatto potenziali o futuri. Debiti la maggior parte dei quali, come dichiarato in precedenza dal primo cittadino, Michele Mangione, “dovuti a espropri e contenzioso con sentenze passate in giudicato già qualche anno fa” per i quali “si poteva cercare una soluzione prima”. Una situazione debitoria, rivendica Mangione, certificata solo ora.
Due le scadenze a partire dalla data di esecutività della deliberazione. Entro cinque giorni, infatti, la delibera di ricorso alla procedura di riequilibrio dovrà essere trasmessa alla competente sezione regionale della Corte dei conti e al Ministero dell’Interno, mentre novanta saranno i giorni entro cui il Consiglio dovrà approvare un piano di riequilibrio della durata massima di 10 anni, compreso quello in corso, corredato del parere dell’organo di revisione economico-finanziario. Un piano che dovrà tenere conto di tutte le misure necessarie per superare la situazione di squilibrio e che per essere attuato dovrà essere approvato dalla sezione regionale di controllo della Corte dei Conti. Un termine perentorio, quello dei novanta giorni, che dovrà necessariamente concludersi anche con l’approvazione dei bilanci di previsione 2015 e 2016 e del consuntivo 2015, come confermano sia il sindaco che il presidente del Consiglio, Antonino Grillo.
Negli anni di rigore che si prospettano, si punterà a “comprimere il più possibile la spesa, valorizzare i beni, incamerare introiti – dice Mangione – e penso soprattutto alle due aree artigianali, una per la vendita dei capannoni e l’altra per lo sblocco delle procedure per la vendita dei lotti nell’area ancora da realizzare”. Importanti saranno “progetti innovativi, accedendo anche ai bandi per il risparmio energetico. Il tutto evitando e scongiurando l’aumento delle tasse, su cui nessuno è d’accordo”, per cui si esclude pure “l’accesso al Fondo di rotazione”. “Una situazione critica ma non estremamente drammatica – commenta il primo cittadino – viviamo le condizioni che vivono tanti altri comuni. Penso che il debito non giustificava e non giustifica un dissesto, quindi questa mi sembrava l’azione più seria una volta certificata questa situazione debitoria”.
Passo indietro, inoltre, da parte del sindaco nei confronti del proprio decreto con cui il 22 luglio veniva disposta l’attribuzione di una “maggiorazione della retribuzione di posizione del Segretario Generale Titolare”, nominato pochi giorni prima. Sollevata la questione durante il Consiglio, Mangione dichiara come “la maggiorazione va incontro a quello che è il contratto di lavoro collettivo nazionale del comparto dei segretari” sulla base delle responsabilità di questi ultimi. “Ricordiamo che il segretario è un segretario di fascia alta, estremamente referenziato, ha in capo anche tutte le responsabilità del PRUSST”. Nonostante ciò, conclude il sindaco, “fatte ulteriori valutazioni, ho ritenuto che in questa fase fosse utile comprimere anche questa spesa”. Decreto revocato dunque con Mangione che anticipa di volere “utilizzare il segretario in convenzione con altri comuni. Questo andrebbe ulteriormente ad abbassare questo costo”.