CATANIA – E’ la prima richiesta di condanna per Fabrizio Nizza da quando è diventato collaboratore di giustizia. L’uomo d’onore dei Santapaola è imputato insieme ad altre tre persone, Giuseppe ‘u canaru’ Floridia, Francesco Macrì e Raimondo Santonocito nello stralcio del rito ordinario del processo scaturito dall’operazione Stella Polare che nel 2012 disarcionò alcuni dei cavalieri della droga del clan dei Nizza che avevano creato a San Cristoforo un vero e proprio “take away” della droga.
Fabrizio Nizza è il “capo indiscusso di Librino”. A dargli questo ruolo sono i responsabili provinciali di Cosa Nostra, primo fra tutti il suo padrino Santo La Causa, anche lui pentito, che ha raccontato durante il dibattimento celebrato davanti alla terza sezione penale del Tribunale il “battesimo” avvenuto a San Giovanni Galermo di Fabrizio e del fratello Daniele. “Ricordiamoci che si tratta di sei fratelli – afferma Rocco Liguori nella requisitoria – e solo uno dei Nizza è un lavoratore, mentre tutti gli altri sono coinvolti in attività criminali”. Il pm non si dilunga nell’affrontare la posizione di Fabrizio Nizza, in quanto il ruolo apicale dell’imputato oltre ad essere stato “ribadito più volte da più collaboratori di giustizia”. Oltre dieci in totale. E poi è lo stesso collaboratore che si è autoaccusato delle azioni criminali non solo di questo procedimento. “Reggente della famiglia dal 2008 al 2014” – ha raccontato lui stesso. Per Fabrizio Nizza, in considerazione di tutte le attenuanti, la richiesta di pena è di 4 anni e sei mesi.
L’operazione Stella Polare scatta a seguito dell’omicidio di Raimondo Maugeri, ucciso dal clan dei Carateddi che stavano pianificando un’ascesa criminale e di potere volta a prendere il pieno controllo su Catania. Sebastiano Lo Giudice voleva decimare i Santapaola. Una guerra di mafia fermata sul nascere dal blitz Revenge: e di questo ne approfittano i Nizza che si impossessano delle piazze di spaccio dei Cappello finiti in gattabuia. Il gruppo direttamente collegato a quello della Civita di Rosario Lombardo (U Russu) già condannato in primo e secondo grado nello stesso procedimento celebrato con il rito abbreviato.
Ed è il Rosso il punto di collegamento con un’altro degli imputati accusato di traffico di cocaina, Giuseppe Floridia. Non si tratta di un affiliato, ma Puglisi, conosciuto come “U Canaru” è un uomo vicino ai vari clan: li rifornisce di cocaina attraverso i suoi canali calabresi, a San Luca. zona “famosa” per l’approvviginamento di stupefacenti. Per ben due volte Floridia viene beccato con Rosario Lombardo dalle forze dell’ordine mentre stava andando in Calabria. La prima volta aveva in tasca 1500 euro: “Spiegò – afferma Liguori – che doveva comprare del bestiame”. Una spiegazione che non ha mai convinto gli inquirenti. In una seconda occasione viene fermato a bordo di un’auto, con Lombardo e due accompagnatrici. Era in possesso di sei grammi di cocaina: quasi una dose “prova” per poi pianificare il carico. E ci sono anche le intercettazioni che “inchiodano” Floridia che parla “chiaramente” di cocaina e di “taglio della droga”. C’è un particolare che “cristallizza” il suo ruolo di “fornitore”. Quando nel 2012 è stato arrestato Fabrizio Nizza è stato effettuata una perquisizione e all’interno di una fiat punto viene ritrovato un foglio con degli appunti.
Il libro mastro dei Nizza era stato trovato all’interno di quell’auto. Un documento dove erano inseriti nomi affiancati da cifre. “E in questa lista di nome – agginge il pm – compare Bla bla, che sono i Tudisco, arrestato nell’ambito di un’operazione antidroga, il “ricciolino” altro componente della famiglia Nizza, e poi anche “U Cavaru”, il nome con cui è identificato Floridia”. Un’ulteriore prova del suo stretto legame di “affari illeciti” con il clan.
Di Giuseppe Floridia parlano diversi collaboratori. Il primo è Gaetano Musumeci, ex affiliato dei Cappello Carateddi, che ha raccontato di conoscere “U Canaru” e sapeva che si occupava di droga in quanto comprava grossi carici che poi rivendeva ai clan. Lui stessa ne avrebbe acquistati 2 kg da Floridia. Ma di lui ne parla anche Carmelo Di Stefano, che addirittura in un’occasione lo avrebbe sostituito come “fornitore” per paura dei controlli di polizia. E infine sono Davide Seminara e Fabrizio Nizza a fornire dettagli sul ruolo di Floridia, il secondo lo ha definito “lo spacciatore all’ingrosso”. Era vicino a Rosario Lombardo, ma era stato legato anche a Lorenzo Saitta detto “Scheletro”.
Davide Seminara era l’autista di Andrea Nizza, al momento latitante e indicato proprio dal collaboratore come “l’attuale reggente”. Giuseppe Floridia appena è stato scarcerato perchè erano decaduti i termini di custodia cautelare sarebbe andato dal giovane boss a mettersi a disposizione. “Questo fa ben comprendere – afferma Liguori al Tribunale – la pericolosità sociale dell’imputato che mentre è sottoposto a un procedimento è pronto a rimettere in moto i suoi affari illeciti”. Anche per questo fattore per Giuseppe Floridia la richiesta di pena, con l’aggravante mafiosa, è di 10 anni e sei mesi di carcere.
Il pm Jole Boscarino dopo aver “cristallizzato” il contesto in cui si sono svolte le indagini ha discusso la posizione di Francesco Macrì e Raimondo Santonocito accusati di favoreggiamento con l’aggravente di aver agevolato il clan Santapaola. “I due avevano il compito – afferma nella requisitoria il sostituto procuratore – di trovare un rifugio per gli affialiati”. Santonocito ha affittato un appartamento in via Pantano a Daniele Nizza e Rosario Lombardo, mentre Macrì gli avrebbe prucurato un’abitazione al viale Regina Margherita. E non solo, si occupava anche di accompagnare “U Russu” alla Civita dove si occupava dei suoi “affari illeciti”. Per Macrì è stata chiesta una pena a 3 anni e 2 mesi, mentre per Santonocito a 2 anni e 8 mesi.