CATANIA. Si è aperto davanti alla terza sezione penale del tribunale di Catania, presieduta da Rosa Anna Castagnola, il processo per i sei presunti autori del fallito agguato compiuto a Riposto, nel luglio dello scorso anno, ai danni del pregiudicato Luigi Falzone. Il sostituto procuratore di Catania Marco Bisogni ha chiesto e ottenuto il giudizio immediato per Leonardo Parisi, Remo Arcarisi, Giovanni Trovato, Leonardo Grasso, Salvatore Musumeci e Andrea Spanò, in carcere da sette mesi con l’accusa di tentato omicidio e porto abusivo di arma da sparo. Per la Procura sarebbero i componenti del commando che, giunto a bordo di due auto davanti l’abitazione di Falzone a Riposto, ha esploso quattro colpi di pistola calibro 7,65. Una vendetta, sempre secondo l’accusa, per il proiettile sparato sei ore prima a Mascali contro il pregiudicato Sebastiano Flori.
L’unico ad optare per il rito ordinario è stato Giovanni Trovato, gli altri cinque imputati hanno scelto il rito abbreviato, rinviato al 19 maggio. Primi testimoni dell’accusa sono stati il maresciallo dei carabinieri della Compagnia di Giarre, Giovanni Caruso, che ha compiuto i rilievi scientifici subito dopo la sparatoria, e la vittima dell’agguato Luigi Falzone, a sua volta indagato per il tentato omicidio di Flori.
Quest’ultimo, come già dichiarato nell’immediatezza dei fatti, ha ribadito in aula di non essersi accorto di nulla e di aver appreso dai carabinieri dei colpi sparati contro la propria abitazione. Il 25enne potrebbe essere accusato dalla Procura di falsa testimonianza. Nella prossima udienza, fissata per il 27 marzo, il tribunale si esprimerà sull’eccezione sollevata da Maurizio Abbascià, difensore di fiducia di Giovanni Trovato, sull’inutilizzabilità delle intercettazioni captate dai militari del Gico delle Fiamme Gialle all’interno dell’auto sulla quale viaggiava il proprio assistito. La Procura di Catania avrebbe però nel frattempo integrato quelle intercettazioni, eliminando quasi tutti gli omissis.
Prossimi testi dell’accusa saranno altri due carabinieri della Compagnia di Giarre che hanno svolto le indagini sul doppio agguato. Intanto è giunto l’esito degli accertamenti sullo stub compiuto su Luigi Falzone. Dagli esami tecnici non ripetibili compiuti nei laboratori dei Ris di Messina non sarebbero state rilevate tracce di polvere da sparo. Per questo nei giorni scorsi il legale Cristoforo Alessi, che assiste Falzone, ha depositato un’istanza di scarcerazione al Gip di Catania Francesca Cercone che l’ha rigettata ritenendo comunque sussistente la pericolosità sociale, vista la contrapposizione tra gruppi armati rivali.