CATANIA – Alla frutta. Il termine, senza dubbio poco ortodosso, sembra però perfettamente adatto alla situazione in cui si trovano uomini e mezzi dei Vigili del Fuoco di Catania. Una condizione limite, aggravata dalla spending review messa in atto dal Governo centrale, che avrebbe praticamente messo in ginocchio l’intera organizzazione regionale, oltre a quella provinciale, come denuncia Carmelo Barbagallo, del Coordinamento USB VVF – Catania. “Anche quest’anno – spiega – la Sicilia è stata al primo posto come numero di interventi in tutto il territorio italiano e Catania è stata la città’ che sicuramente ha dato il maggior contributo. Eppure – prosegue – i mezzi che abbiamo a disposizione ormai cadono a pezzi e ogni giorno se ne guastano altri”.
E i numeri sembrano dare ragione alla denuncia di Barbagallo: in provincia di Catania sono 17 i distaccamenti di cui 3 volontari e 14 permanenti. Le aps, ovvero le autopompe serbatoio, ovvero i mezzi più importanti in caso di intervento, sono appena 17. Una per distaccamento. “Le autopompe a nostra disposizione, oltre ad essere in numero limitato – prosegue Barbagallo – sono obsolete e vetuste, con una media di 15 anni cdi vita cadauna e con alta incidenza di guasti giornalieri. Non solo – continua: il personale operativo è di circa 400 unità, inclusi gli art. 134 (cioè personale inserito nella pianta organica ,ma non operativo), il che significa che, attualmente, la città di Catania può essere coperta da una sola squadra di soccorso”.
A mancare, a livello di pianta organica, sarebbero 90 unità. “Un’assenza – continua Barbagallo – che si sta venendo a creare a causa dei tagli dei richiami dei vigili discontinui precari quando, proprio questi colleghi, facevano sì che fossero a disposizione circa 40 unità al giorno che ci permettevano di tenere in piedi la macchina del soccorso”. E invece la crisi, i tagli al budget per le manutenzioni – anche delle sedi oltre che dei mezzi – avrebbero completato un quadro già allarmante, mettendo in condizioni critiche gli stessi Vigili del Fuoco, oltre a compromettere l’operato sul territorio.
“Siamo costretti a vivere in estate a temperature torride nelle stanze ed in inverno a temperature gelide – denuncia ancora Barbagallo. Siamo sempre quei 4 a girare, lo stress psicofisico aumenta a dismisura dal momento che siamo sempre gli stessi. Quasi non abbiamo il tempo di fermarci per rifocillarci. Il rischio non è solo personale, per via dei mezzi fatiscenti – sottolinea: oltre al sovraccarico di lavoro, infatti, spesso siamo impossibilitati a intervenire tempestivamente, come accaduto in occasione della tromba d’aria che si è abbattuta su Acireale”.
Una situazione esplosiva a cui si aggiunge la mancanza di tempo per la formazione e l’aggiornamento da parte dei Vigili del Fuoco. “Tutto ciò è stato denunciato alle autorità competenti, ma nulla è stato fatto. Noi – conclude – ribadiamo che non ci sono più vigili del fuoco di serie A e vigili del fuoco di seri B e che anche noi dobbiamo essere messi in condizione di operare senza rischiare troppo e in modo da poter essere efficaci sul territorio”.