CATANIA – C’è un mistero nella sanità siciliana. Nessun giallo clamoroso, ma qualcosa di non chiaro in merito al piano della rete ospedaliera presentata dalla Regione. Su questo la Uil però pretende trasparenza ed ecco perchè Fortunato Parisi ha convocato una riunione con i Direttivi Uil Medici e Uil Fpl per parlare del Piano di riordino.
“Ancora una volta la Regione – afferma Parisi a LiveSicilia – ci presenta un piano di rimodulazione della rete ospedaliera. Già avevamo avuto due precedenti edizioni. E’ una rete ospedaliera che prevede dei tagli di posti letto, soprattutto nel pubblico. Questi tagli certamente incideranno anche su alcune figure: una riduzione di unità operative complesse e ci saranno accorpamenti di chirurgia. L’idea di creare gli ospedali riuniti noi la salutiamo in maniera positiva, pèrò vorremmo capire se questa idea è stata condivisa anche con il Ministero della Salute. Corrono voci insistenti che alcuni accorpamenti di ospedali vicini – aggiunge il segretario – non abbiano l’approvazione del Ministero della Salute”.
Il piano di rimodulazione è stato già depositato in VI commissione Ars e, quindi, è già avviata la fase di analisi e poi valutazione dell’Assemblea. Prima che diventa legge però la Uil vorrebbe incontrare la Regione per un tavolo di concertazione. “Più volte abbiamo chiesto – spiega Parisi – un incontro all’assessore regionale, ma è stato sensibile solo il Presidente della VI Commissione. Noi confidiamo molto che ci sia un piano di rimodulazione della rete ospedaliera che sia credibile e valido, perchè è da lì che si potrà procedere con lo sblocco delle assunzioni. Noi gradiremmo però che prima che questo piano arrivi in aula ci potesse essere un incontro con le forze sociale, in modo da potere fare le nostre osservazioni. E lo dico anche da operatore sanitario, è fondamentale avere un confronto con chi vive quotidianamente i disagi. Non si può giocare con la salute, la salute è un bene prezioso che non può essere barattato con il “costo”. Non c’è un costo da barattare, c’è sicuramente da razionalizzare. E su questo siamo perfettamente d’accordo”.
“Razionalizzare è un conto – affonda il segretario della Uil Fpl, Stefano Passarello – fare mancare alle corsie gli infermieri e i medici è un’altra cosa. Abbiamo segnalazioni di grande sofferenza nelle cardiologie, nelle cardiochirurgie e nelle emergenza rianimazione dove non possono fare turni h24 perchè manca personale”.
Passarello poi parla del caso dell’Urologia dell’ospedale di Caltagirone. “Era un fiore all’occhiello della sanità siciliana. Oggi da quattro unità sono ridotte a due ed in questo momento mi dicono si espleta solo l’attività di emergenza. La Regione sta ridimensionando reparti che funzionano mettendo a rischio la salute pubblica e su questo noi non ci stiamo”.
“Noi sollecitiamo – riprende Parisi – che venga al più presto approvato questo piano di rimodulazione perchè c’è tanta sofferenza nei reparti: si lavora con personale ridotto sia per quanto riguarda i medici che i paramedici. E poi chiediamo che venga una volta per tutto risolta la questione dei direttori generali: basta con tutti questi commissariamenti”.
“A Catania chiediamo, inoltre, – ribadisce ancora Parisi – che si stabilisca una concertazione tra le tre aziende ospedaliere per la gestione dei pronto soccorso. Perchè vorremmo capire che fine farà il pronto soccorso Vittorio Emanuele, come sarà implementato il pronto soccorso del Garibaldi”.
Insomma la Uil fa l’appello alla concertazione. Una sinergia con le istituzioni che viene chiesta più volte attraverso varie forme, ma al momento gli effetti sono quelli che niente si è mosso. “I risultati – ammette Parisi – non sono soddisfacenti. Questa concertazione non c’è: per questo noi lamentiamo questa scarsa sensibilità a coinvolgere le forze sociali”.
“Oggi – conclude con un affondo Passarello – diamo un segnale concreto a Crocetta se ancora tira la corda siamo pronti a organizzare un sit -in davanti alla sede dell’Assessorato”. Dal canto suo Parisi promette che senza risposte da parte del Governo Regionale si potrebbe “chiedere l’intervento del Ministero”.