CATANIA – I finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catania, negli ultimi mesi e, in particolare, in occasione della stagione estiva, hanno intensificato i controlli a contrasto dell’esportazione illegale di valuta all’estero. In questo periodo, in concomitanza del significativo incremento dei voli sullo scalo etneo, sono stati circa 200 i passeggeri fermati nell’area partenze dell’aeroporto “Vincenzo Bellini” di Catania -Fontanarossa e sottoposti ad accertamenti, in collaborazione con i funzionari dell’Agenzia delle Dogane, ai sensi della normativa sulla circolazione transfrontaliera di capitali, che prevede l’obbligo di dichiarazione per gli importi superiori ai diecimila euro.
L’attenzione è stata rivolta soprattutto nei confronti di soggetti diretti verso Malta, notoriamente conosciuta per il regime fiscale particolarmente agevolato vigente sull’isola – e verso la Cina, dove i commercianti sinici dell’hinterland catanese sono soliti effettuare le rimesse dei capitali accumulati.
Complessivamente è stata monitorata valuta per circa un milione e mezzo di euro (circa 800.000 solo nei mesi di giugno, luglio e agosto), di cui oltre 250 mila euro eccedenti la soglia dei 10 mila euro in assenza della prescritta dichiarazione. Ben 64 i soggetti che, avendone i requisiti, hanno richiesto di definire, nell’immediato, le sanzioni, facendo affluire nelle casse dell’Erario un ammontare complessivo di oltre € 30.000; coloro i quali sono stati “pizzicati” per la seconda volta, invece, hanno visto parte dei propri capitali sottoposti a sequestro.
Nonostante la maggior parte dei passeggeri dichiari di non conoscere la normativa in materia, alcuni di essi sono smentiti dalle ingegnose e fantasiose metodologie di occultamento del contante, tese ad evitare di essere scoperti in occasione dei controlli, riscontrate dai militari della Tenenza di Catania-Fontanarossa. Tra gli espedienti più coloriti si possono citare i rinvenimenti di banconote all’interno delle pagine di libri di favole dei figli, cucite nelle fodere interne degli zainetti dei minori, avvolte in involucri formati da fogli di giornali ripiegati a forma di plichi e spillati su sé stessi e, ancora, all’interno di una fusciacca di stoffa creata ad hoc e legata in vita. Tali stratagemmi non hanno però tratto in inganno i finanzieri, che hanno provveduto alle conseguenti contestazioni valutarie.
Il lavoro del Comando Provinciale, tuttavia, non si esaurisce ai gates d’imbarco: sono, infatti, in corso ulteriori approfondimenti per verificare se, dietro questi tentativi di illecita esportazione di capitali all’estero, possano celarsi altre attività connesse al mercato della contraffazione ovvero a fenomeni di evasione fiscale.
Nelle maglie dei controlli finalizzati alla repressione dei traffici illeciti in ambito aeroportuale è incappato anche un cittadino senegalese che nei bagagli nascondeva circa 8.000 articoli riportanti i marchi contraffatti di alcune delle più note griffes della moda nazionali ed estere.
Una volta nell’area degli arrivi internazionali dell’aeroporto, il cittadino extracomunitario, proveniente dalla Turchia, invitato a dichiarare il trasporto di beni o valuta per le incombenze doganali, ha immediatamente mostrato segni di nervosismo. I militari pertanto hanno sottoposto a controllo i due bagagli al seguito, rinvenendo capi di abbigliamento di “Armani”, “Tommy Hilfiger” e “Burberry”, solo per citarne alcuni, nonché svariate migliaia di etichette e loghi di noti marchi, quali “Lacoste” e “All Star Converse”, pronti per essere applicati su dozzinali prodotti «made in china». Infatti, come già rilevato nel corso di altri interventi repressivi condotti dalla Guardia di Finanza di Catania, gli extracomunitari operanti prevalentemente nell’area di Corso Sicilia sono soliti applicare su capi d’abbigliamento “anonimi”, acquistati presso commercianti cinesi, etichette e segni distintivi delle varie case da destinare ai connazionali ambulanti abusivi.