CATANIA – Decine e decine di palloncini bianchi liberati al cielo. Un simbolo, una speranza, ma anche un gesto di denuncia. É questa la singolare protesta messa in atto oggi davanti al tribunale di piazza Verga, dall’associazione “Genitori a Vita”. Un’ iniziativa decisa proprio in concomitanza con la festa del papà, e svolta in parallelo con le piazze di Roma e Genova. Lo scopo è stato quello di manifestare il disagio “di quel milione e mezzo di figli che, a causa dei tempi procedurali troppo lunghi, vivono sulla propria pelle il disagio della separazione dei propri genitori”.
“L’evento di oggi vuole ricordare alle istituzioni, ai media e a tutti i presenti che esistono due genitori, non uno soltanto”. A spiegarlo è Andrea Poma, presidente di Genitori a vita, che nei mesi scorsi ha manifestato il proprio disagio di padre, incatenandosi davanti al tribunale di Catania: “Io personalmente non vedo mio figlio da diciotto mesi – ha riferito a LiveSiciliaCatania- e ancora nessuno ha stabilito chi ha ragione e chi ha torto, ma io per diciotto mesi non l’ho visto”. La protesta di oggi ha dei toni meno disperati di allora, ma il “dramma” denunciato resta uguale: “Noi chiediamo di esercitare il diritto ad essere genitori. E chiediamo – ha aggiunto Poma- che ai nostri figli sia garantita, la bigenirotialità, il diritto cioè ad avere due figure genitoriali, la mamma e il papà. Spesso ciò non accade perché – ha sottolineato- i conflitti in tribunale accrescono un vuoto incolmabile, tra padre e figlio e tra madre e figlio”. Alla domanda se avesse sperato negli auguri del figlio per la ricorrenza di San Giuseppe, Andrea Poma non ha trattenuto l’emozione: “Certo che me lo auguro”.
“Siamo qui per ricordare che c’è una legge del 2006, che purtroppo viene mal interpretata e fa si che ai figli vengano riconosciuti dei diritti inalienabili già sanciti a livello internazionale”, a denunciarlo è Giuseppe Fisardella, presidente dell’associazione dei “papà e mamme separati”. “I nostri figli – ha spiegato- non hanno una figura importante come quella del papà, lo hanno magari per quattro giorni al mese e per i restanti ventisei stanno con la mamma. La legge è stata voluta – ha sottolineato- da papà che vogliono fare i papà. Basterebbe soltanto applicare la bigenotorialità – ha aggiunto – perché tutte e due le figure vanno privilegiate. I figli non possono in alcuno modo rinunciare – ha concluso Fisardella – a nessuna di esse”.