Divina chiuso per prostituzione |Un arresto e 8 denunce - Live Sicilia

Divina chiuso per prostituzione |Un arresto e 8 denunce

I Carabinieri della Compagnia di Gravina hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 9 persone ritenute responsabili del reato di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento e allo sfruttamento della prostituzione asll’interno del noto locale di Mascalucia, sequestrato per impedire la reiterazione del reato.

Sigilli al club
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L'esterno del Divina

MASCALUCIA – Una vera e propria “casa chiusa”, spacciata per associazione culturale. I Carabinieri della Compagnia di Gravina hanno sequestrato il Club Divina, noto locale di Mascalucia, arrestato 1 persona e denunciate 8, tra i quali tre donne, con età che vanno tra i 30 e i 40 anni, tutti incensurati e risiedono nelle province di Catania, Siracusa e Messina, ritenute responsabili del reato di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento e allo sfruttamento della prostituzione.

L’ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari Giuliana Sammartino su richiesta dei Pubblici Ministeri Rocco Liguori e Rosaria Molè, coordinati da Marisa Scavo e scaturisce da un’indagine avviata dai militari dell’Arma nella primavera del 2012, finalizzata proprio ad accertare le attività che si svolgevano all’interno del Club privato di via Giotto n. 69. Secondo quanto riportato nello statuto del locale, infatti, l’obiettivo dell’associazione era “favorire l’incontro e lo scambio tra le coppie sul problema della sessualità, ma anche incentivare la concretizzazione di sentimenti trasgressivi e licenziosi”, ma in realtà nel luogo si esercitava prostituzione.

Una scoperta resa possibile dal lungo lavoro di indagini, servizi di osservazione e di pedinamento svolti dai Carabinieri, che hanno consentito di definire le reali finalità del club ed i ruoli ricoperti dai soggetti coinvolti. A capo dell’organizzazione, F.L., 35 enne di Catania, finito agli arresti domiciliari: era sua la responsabilità dell’intera organizzazione mentre, gli altri 8 indagati, sottoposti a obbligo di firma, avevano ruoli di secondo piano, come l’aggiornamento del sito internet, l’adescamento dei “single” attraverso i social network e nelle chat e l’intrattenimento dei clienti.

Fulcro del sodalizio criminale erano le cosiddette “coppie immagine” aventi la duplice funzione di garantire la presenza di donne che si prostituivano con i clienti single, tenuti a pagare l’ingresso di 130,00 euro (anche se soci), nonché la copertura di facciata per giustificare lo scambismo in caso di intervento delle forze di polizia. Secondo quanto è emerso dall’indagine, però, le coppie frequentatrici del club erano sempre le stesse: le donne erano accompagnate dai loro compagni/mariti e offrivano prestazioni sessuali a pagamento in favore dei single, mentre il club funzionava come da statuto nei casi in cui arrivavano coppie realmente interessate al classico scambio per cui era sufficiente pagare la quota associativa di 30 euro.

Il locale aveva un’affluenza media di 15 coppie e 15 single a serata nel fine settimana ad eccezione delle serate a tema come per Capodanno, Halloween e Carnevale ove l’afflusso è stato più cospicuo. Fatale invece il festeggiamento per San valentino che ha visto l’irruzione dei Carabinieri dopo la mezzanotte ed il sequestro preventivo del locale disposto dall’Autorità Giudiziaria per impedire la reiterazione del reato.

 


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