CATANIA. “Lo riconosco: ho sbagliato nell’aver creduto nel Pd”. Raffaele Lombardo non se l’aspettava di venire tradito. E’ da qui che occorre partire per spiegare le ragioni del suo riavvicinamento al Pdl. Ed è da qui che parte la risposta alla lettera pubblica da LiveSiciliaCatania nella quale il consigliere autonomista brontese, Nunzio Spanò, parla a sua volta di “tradimento”.
“Il consigliere Spanò deve sapere alcune cose. Nel 2009 ho speso tutto me stesso nell’alleanza col Partito democratico. Ci ho creduto e ne sono rimasto scottato. Deluso. Ho creduto ad un partito che ritenevo volesse davvero cambiare la nostra terra: non era così. Ed allora, tra l’estinzione del Movimento e l’accordo con Berlusconi, è chiaro che non avessi scelta. Anche se poi, con questo Pd saremmo morti lo stesso: loro sono abituati a trattare la gente come pezze dei piedi”. Parole forti. Energiche. Intrise di amarezza. Ma si badi: quello dell’ex Governatore non è un attacco a testa bassa o alla rinfusa. Così, tanto per aggredire o polemizzare. O per suggerire il titolone ad effetto. E’, invece e soprattutto, l’ammissione di una responsabilità che risale al famoso ribaltone del 2009, del quale magari non rinnega nulla, ma che politicamente ha portato ad un vicolo buio e cieco. “Le scelte che ho fatto nel corso del mio governo regionale le rifarei tutte – continua il leader degli autonomisti -: ma con la stessa fermezza dico che è indecente il modo col quale il gruppo politico dei democratici mi ha chiuso tutte le strade”.
“Parlavano della mia condotta – prosegue Lombardo – ma che dire di Crocetta ed il suo governo? Hanno dato il via ad una occupazione militare a fini gestionali della regione. Le porto solo un esempio. E’ stato liquidato dall’incarico di Commissario dell’Asp di Siracusa un professionista competente e persona assolutamente perbene come Mario Zappia, tra l’altro proprio di Bronte, ed al suo posto nominato un esponente del Pd, Di Geronimo, che conosco molto bene essendo come me di Grammichele. Qualcuno mi smentisca se non è così”.
Ma, intanto, abbandoni a parte come quelli di Leanza, Pistorio, D’Agostino (“Pensavo avessi davanti persone che mettessero davanti gli ideali e la passione politica: ed invece, loro dell’autonomia si sono avvalsi per la loro crescita”, sottolinea Lombardo) c’è da rendere conto alla base, ed ai malumori per via dell’alleanza col Cavaliere. Come nel caso del consigliere comunale brontese, Spanò. “Dico anche a Spanò che la mia valutazione sul senatore Firrarello non cambia. Può stare tranquillo il consigliere Spanò: non mi vedrà mai camminare a braccetto con Firrarello. La rottura non è avvenuta su questioni personali bensì politiche e da lì è avvenuta una rottura che poi è stata a catena in tutti gli enti locali. Ma lo dico in maniera chiara: Comune o Provincia, laddove oggi siamo opposizione dobbiamo restare ad essere opposizione”.
Ed ancora: “Per quanto ne dica Crocetta, ci sono tre cose che io ed il mio governo abbiamo rivoluzionato: Sanità, Rifiuti e Formazione. Ed in rotta di collisione col Pdl ci siamo entrati per questi motivi. L’aver continuato a creder nel Pd ha avvelenato anche la scorsa campagna elettorale. Senza la rottura tra Miccichè e Musumeci avremmo vinto. Ed io ho sbagliato. Lo riconosco. E così, sono stato artefice involontario dell’elezione di Crocetta”.
Infine, un paio di considerazioni. La prima è di carattere politico: “In Sicilia, la sinistra ha fatto saltare il mio accordo con Tabacci al quale stavano lavorando Piscitello e Loriero: questo perché c’è qualcuno che ha armato la mano del Pd siciliano contro di me”. L’altra (di considerazione), è un diretto riferimento alle sue recenti vicende giudiziarie: “Ma lei lo sa che non ho ricevuto alcun rinvio a giudizio? E che per molte accuse è stata chiesta l’archiviazione?”.