CATANIA- Hanno portato una bara in piazza per testimoniare la morte dei servizi sociali. Nonostante il sindaco di Catania, Raffaele Stancanelli abbia mantenuto la promessa di erogare i pagamenti, seppur con qualche giorno di ritardo, la protesta dei lavoratori delle cooperative socio assistenziali non si ferma.
I dipendenti del settore, da venti giorni in presidio permanente in piazza Università, hanno infatti deciso di continuare a manifestare il proprio disagio, nonostante i mandati per il pagamento degli stipendi di marzo, attesi per la metà di settembre, siano arrivati.
“Avevamo chiesto che ci fossero corrisposte almeno due mensilità arretrate – spiega a Livesicilia Catania Corrado Tabbita Siena, segretario dell’Unione sindacale di Base – che, a questo punto, nonostante i mandati da parte del Comune, restano sette, dal momento che ottobre è finito”.
La situazione, che vede coinvolti centinaia di lavoratori, dunque, non sembra aver fatto alcun passo avanti, anzi, l’aria si fa ogni giorno più tesa, la rabbia, il nervosismo e i debiti aumentano e nessuna risposta sembra arrivare in merito alla programmazione dei pagamenti.
“Con una sola mensilità non riusciamo a campare – hanno spiegato alcuni dei responsabili di centri e case di cura convenzionati. Nel frattempo il nostro lavoro, che continuiamo a svolgere con spirito di sacrificio, si mortifica e gli operatori, esasperati, vanno in malattia”.
Anche la popolazione assistita, infatti, sta subendo i disagi provocati dal mancato pagamento degli stipendi, anche se gli operatori continuano a tamponare la situazione, arrivando a lavorare anche 24 ore al giorno.
“Servono risposte e programmazione – conclude Tabbita Siena –se non si vuole che la reazione a catena che si è innescata travolga tutta la città”.