CATANIA – «Dato che la guerra comincia nella mente dell’uomo, è nella mente dell’uomo che bisogna costruire la difesa della pace». Con questa frase, contenuta nella Costituzione dell’Unesco, è cominciato uno dei più accorati interventi ascoltati ieri al Palazzo della Cultura di Catania, nel corso della prima giornata della conferenza internazionale “Dialogo tra civiltà e democrazia globale”. A organizzarla è il Consorzio di cooperative Il Nodo di Catania, in collaborazione con il professore Giovanni Pampanini, pedagogista e coordinatore dell’atelier “Le Thành Khoi”, che si occupa di relazioni internazionali.
Fino all’1 dicembre
La conferenza si svolgerà tra Catania e Acireale fino a venerdì 1 dicembre 2023. Ieri mattina, dopo i saluti istituzionali dell’assessore ai Servizi sociali del Comune di Catania Bruno Brucchieri, della vicesindaca di Acireale Valentina Pulvirenti e del deputato regionale e presidente della commissione Servizi sociali all’Ars Giuseppe Lombardo, i relatori provenienti da diversi continenti hanno iniziato a confrontarsi sul primo degli argomenti di dibattito: la guerra. Il conflitto israelo-palestinese e quello russo-ucraino sono stati il terreno comune sul quale si sono innestati tutti i discorsi.
Prima a intervenire, purtroppo a distanza, è stata Faten Adly, presidente del Centro nazionale per l’educazione, la ricerca e lo sviluppo del Cairo, in Egitto. A seguire, con ritmo serrato, Enrique Del Percio, rettore dell’università San Isidro di Buenos Aires; Abdallah Saaf, ex ministro dell’Educazione del Marocco; Vincent Garces, professore dell’università di Valencia e presidente della Fondazione Assemblea dei cittadini e delle cittadine del Mediterraneo; Margarita Kozhevnikova, ricercatrice indipendente di San Pietroburgo; Babacar “Buuba” Diop, presidente dell’Associazione panafricana per la letteratura e l’istruzione; Daniel Gakunga, docente dell’università di Nairobi; Naranjan Aradhya, coordinatore delle politiche di Diritto dell’educazione a New Delhi; e Guido Veronese, psicologo clinico dell’università di Milano Bicocca. A moderare gli incontri, Tommaso Pezzino del Consorzio Il Nodo.
Le guerre di questo secolo
Discutendo delle ripercussioni della guerra nel XXI secolo, Daniel Gakunga ha detto: «Le guerre contemporanee hanno prodotto significative crisi umanitarie, incluso lo spostamento su larga scala di popolazioni, flussi di rifugiati e diffusa sofferenza […] Le zone di conflitto – ha continuato – sono diventate aree fertili per nutrire ideologie estremiste e terrorismi, ponendo sfide alla sicurezza globale».
«Viviamo in un tempo in cui non è la ragione a parlare, ma le bombe. Molto e a voce alta – ha concluso il professore Giovanni Pampanini – Abbiamo perso il senso del dialogo come alternativa alla guerra, come ricerca di soluzioni. Questa conferenza internazionale è una sfida vivente al pessimismo mondiale, stiamo offrendo al mondo una strada alternativa. Stiamo usando il dialogo tra civiltà per globalizzare la democrazia»
Il resto degli appuntamenti
Gli appuntamenti continueranno oggi, 28 novembre, dalle 9, quando si discuterà di migrazioni. Il 29 novembre si parlerà di povertà e, dalle 16, l’appuntamento si sposterà nella Sala conferenze di Santa Maria degli Angeli, in via Nuovalucello 21: sul tema del dialogo interreligioso si confronteranno l’arcivescovo di Catania monsignor Luigi Renna e l’Imam etneo Keith Abdelhafid. Il 30 novembre, invece, argomenti saranno l’ambiente e le rotte mediterranee delle migrazioni. L’1 dicembre, per la giornata conclusiva, prima al Palazzo della Cultura e poi al Dipartimento di Scienze della formazione dell’università di Catania, il dialogo si concentrerà sull’educazione. Il focus sarà sull’Indìa e sull’educazione globale. A trarre le conclusioni saranno il professore Giovanni Pampanini e Fabrizio Sigona, presidente del Consorzio di cooperative sociali Il Nodo.
La conferenza vede la cooperazione dei Servizio centrale SAI (Sistema accoglienza e integrazione) con Il Consorzio Il Nodo, ente gestore dei servizi di accoglienza, dei Comuni di Catania e Acireale e del Polo Mediterraneo di Educazione Interculturale.