PALERMO – Nel calcio se non osi non vinci quasi mai. Una legge non scritta ma che fa parte dei comandamenti del mondo del pallone. Nel calcio, chi ha personalità va avanti, chi ha carattere ha quasi sempre la meglio, chi è sbarazzino ha sempre una carta in più da giocarsi.
Paulo Dybala, astro nascente del calcio argentino, attaccante che il Palermo ha soffiato a top club europei tra i quali il Manchester Utd, sembra avere queste doti. Sin dai primi giorni di ritiro a Malles ha dimostrato di essere “uno in gamba”, un tipo sveglio, sia sul campo che fuori. Soprannominato “La Joya” (stesso nomignolo del compagno di squadra uruguaiano Hernandez), il gioiello, Dybala è costato al Palermo circa dodici milioni di euro, tra costo del cartellino, parcella per i procuratori e tasse. Paulo ha il passaporto comunitario grazie al nonno polacco e grazie alla nonna materna, che aveva origini italiane.
Cresciuto fin da bambino nell’Instituto de Córdoba, all’età di dieci anni ha sostenuto un provino con il Newell’s Old Boys, ma il padre ha preferito farlo restare all’Instituto vista la maggior vicinanza a casa. Il pallone è un prolungamento del suo corpo, non si stacca mai dalla sfera che insegue per ore e ore durante le sue giornate, neanche quando va a dormire. A quindici anni perde il genitore, così va a vivere nella pensione del club: è per questo motivo che è soprannominato anche “el pibe de la pension”.
Ma il grande salto Paulo lo compie proprio con la maglia dell’Instituto, sfiorando anche la promozione nella serie A argentina. Segna in tutto diciassette gol in una sola stagione, ma si fa ammirare, soprattutto per le sue qualità funamboliche che a tratti lo fanno assomigliare a Sergio Aguero. E in Italia qualche addetto ai lavori lo ha paragonato anche all’ex Aeroplanino Montella. Dybala è ammirato da tutti gli esperti di calcio sudamericano, tra questi c’è anche l’ex ad etneo Pietro Lo Monaco che stava per portarlo a Catania. Non se ne fece nulla perché il club rossazzurro non voleva spendere tanti soldi.
Allora ecco piombare sul gioiellino il Palermo, con continui blitz in sudamerica di Luca Cattani. Quella di Dybala è stata davvero una trattativa estenuante: ufficialità, smentite, contro smentite, soldi che non arrivano e alla fine l’annuncio definitivo. Il suo punto forte, oltre al dribbling, è la ripartenza in contropiede. Prevalentemente mancino, il piccolo Aguero, se azzecca la giocata giusta, riesce ad entrare facilmente in area e spesso anche a buttarla dentro. Il suo esordio in serie A è stato allo stadio Olimpico contro la Lazio e in quei pochi minuti in cui ha giocato – a gara ormai compromessa – ha dimostrato sicuramente di saperci fare. Su di lui il popolo rosanero punta gran parte delle proprie fiches per dare una svolta al campionato del Palermo già dalla partita contro il Cagliari.
Nella vita privata Dybala è un ragazzo molto semplice, ama giocare alla play station, un po’ come tutti i ragazzi della sua età, le passeggiate, e come tutti gli stranieri che mettono piede a Palermo, è rimasto folgorato dalla bellezza di Mondello; non poteva che essere così.
Per lui domani potrebbe già arrivare l’occasione di giocare titolare al fianco di un monumento rosanero come il capitano Fabrizio Miccoli. In allenamento ha già convinto l’allenatore, Zamparini lo vuole dall’inizio, Perinetti ha dato l’ok, anche se il dg ha invitato l’ambiente a non sovraesporre il giovane a pressioni eccessive.
Chissà se questa notte il giovane Paulo riuscirà a chiudere occhio, chissà cosa sta pensando in queste ore e se magari da lassù, dove il padre lo vede giocare, gli arriverà un aiuto in più per consacrarsi in terra italiana. Paulo sembra essere pronto, adesso tocca a lui dimostrare quanto vale. A noi non resta che augurargli buona fortuna e ricordargli che in cielo c’è un tifoso speciale che lo proteggerà.