(dell’inviato Francesco Grant – Ansa). L’altro scandalo. Gigi Buffon non si nasconde dietro garantismi di facciata, tantomeno dietro le parole. Dal ritiro della nazionale il capitano azzurro sfoga l’ira contro le “paternali” ricevute per le frasi su pareggi comodi. E soprattutto per quella che tra giri di ironia bolla come “spettacolarizzazione” dell’inchiesta calcioscommesse. “Sapete 3-4 mesi prima di operazioni, conoscete i contenuti di un verbale al pm 10 minuti dopo. Le telecamere lunedì erano Coverciano alle 6. Questa è la vergogna”.
Parola durissima, non certo un sasso nello stagno. Perché pesa come un macigno, perché le acque sono già molto agitate. Tutto attorno alla nazionale, e anche dentro. Vergogna si sposta con tanti comportamenti, in questi giorni. Buffon sceglie di usarla per scoop e reportage. Ma è chiaro che l’obiettivo principale non sono i media. “Io ascoltato dal pm? Non so nulla. I diretti interessati sono sempre gli ultimi a sapere. Lo chiedo a voi: sarò ascoltato?”, dice dondolando elettrico, le mani sotto il tavolo nervose, come trattenesse qualche pensiero. E invece li riversa tutti sul tavolo della sala conferenze di Coverciano. “Ho piena fiducia nei pm, che facciano piena giustizia. Perché non c’è nulla di peggio che giocare o speculare sulla vita di una persona”. Sotto accusa, lui, ci era finito solo per le frasi prima di entrare in ritiro: ‘Combine? chi conosce il calcio sa che alle volte un pari puo’ far comodo alle due squadre. E due feriti sono meglio di un mortò. “Non dico tutto quel che ho nel cuore – ripete oggi – Ma ho avuto la conferma che chi non ha scheletri nell’armadio non può dire quel che pensa. La democrazia è libertà di espressione, accetto le critiche e mi prendo le responsabilità. Mi avvertite voi quando è il momento opportuno per esser liberi di parlare? Su certi argomenti delicati, non lo é mai. Quel che non sopporto è aver subito paternali da chi conosce il calcio da millenni. Il mondo non è ipocrita, buonista, moralista: va come va, cioé male. Nel caos – prosegue – non si distinque tra comportamenti antisportivi, e comportamenti truffaldini di chi ha alle spalle associazioni criminali”. Buffon ribadisce di averlo fatto, “ma è finito tutto nel calderone”. “Ho giocato solo in grandi squadre e sempre per vincere. Avessi militato nella peggiore del mondo, certe cose non le avrei mai fatte, ho un’educazione sportiva. Chi lo fa deve avere pene esemplari. Ma ci sono colpe gravi e meno gravi. Real e Bayern – è il contrattacco – in semifinale di Champions hanno smesso di giocare ai supplementari, volevano andare ai rigori. Che si fa, mandiamo la magistratura? Metti due squadre che fanno pari per non retrocedere: se una perde, andate voi a spiegarlo ai 300 tifosi sotto casa di un giocatore?”.
Il rapporto coi tifosi è altro tema scottante. “Che male c’é se saluti un tifoso al campo d’allenamento, lo stesso che magari ti ha confortato quando hai fatto un errore? Se dietro c’é altro, è diverso. Ma qualcuno – conclude amaro – quel tifoso l’avrà pure fatto entrare, al campo…”. Sottolinea ancora di non “aver preso in considerazione l’idea di perdere Conte, le accuse non mi sembrano gravi”, e di ritener “logico che il pm ascoltasse subito Criscito, come fu per me nel 2006: ma la logica non è di moda, in Italia”. E allora riparte il j’accuse. “Non auguro a nessuno di esser svegliato all’alba, come Criscito. La decisione dell’esclusione? l’hanno presa insieme, lui tiene all’Europeo ma ancor prima all’immagine della sua vita, si difenderà. In questo caos, però, avete bisogno della gogna. E con una Regione che è quasi sparita, sembra che il problema dell’Italia sia il calcio…”. Un altro tipo di scossa, però, il movimento l’ha subita. “Ha ragione De Rossi, è peggio del 2006: questa volta riguarda tutto il calcio, allora al 95% una sola società…Sono da 17 anni in questo sport,la sorpresa c’é: non pensavo si potesse arrivare a tanto. E’ una questione di onestà personale: vogliamo fare la rivoluzione in 7 giorni?”. Impossibile fermare il calcio, “rimarrebbero a spasso l’85% dei calciatori, che sono onesti”. Semmai serve un intervento sulle scommesse: “Ha ragione Albertini, troppi rischi dalle giocate. E’ grave che a dover indicare la soluzione sia un calciatore: ma o nei contratti dei calciatori mettiamo penali devastanti per chi è colto in flagranza, oppure nel finale di stagione si devono togliere dal palinsesto certi tipi di giocate”. Racconta infine di un sms ricevuto dopo la papera di Juve-Lecce. “Sul web dicevano che l’avevo truccata. Se hai pensieri con la tara, hai perso in partenza. E’ un’offesa disarmante”. Eppure, per un campione del mondo c’é anche di peggio. “In tutto questo, in nazionale non ci sentiamo assediati, vittime o in trincea. Vogliamo andare all’Europeo per vincere. Ma se succederà, vi prego, non dite ‘le polemiche fanno bene’. E’ così stucchevole da far rabbrividire”.