La proposta di lavorare a un governo politico, avanzata lo scorso lunedì dal Partito Democratico è “un’ipotesi da prendere in considerazione”. Lo dice – anzi, lo scrive – Raffaele Lombardo sulle pagine virtuali del suo blog. Lombardo parte da lontano, da quelle che definisce “quinte colonne dei governi precedenti” all’interno del partito – ma alle quali più di una volta ha dato un nome e un cognome – che sarebbero favorevoli alla sintesi trovata dai democratici siciliani soltanto per andare al voto e “far tornare in campo i loro amici con i quali sottobanco inciuciavano felici”.
Ma proprio sulle elezioni Lombardo smorza gli entusiasmi: “Un governo politico è il governo delle elezioni – scrive – il governo di quanti sottoscrivono un patto che li veda insieme nel governo e poi nelle elezioni dove ci si giocano gli argomenti e i risultati perché le elezioni vengano vinte”.
Dunque la scaletta è chiara: si apre la fase che porterà a un Lombardo quinques, che sarà il governo con cui poi la coalizione si presenterà all’appuntamento elettorale.
Insomma, tutto il contrario di quanto dichiarato appena ieri dal fedelissimo del governatore, Lino Leanza, a Live Sicilia. Il deputato, infatti, era stato più che chiaro: un nuovo governo politico “rischierebbe di bloccare tutto”.
Per questo l’appello di Leanza è stato quello di “passare dalle parole ai fatti. Le leggi di riforma vanno rilanciate a partire da oggi. Il governo tecnico una buona parte di cose le ha già fatte. È stato troppo voluto questo governo per scaricarlo adesso. È troppo il disagio sociale che c’è, non possiamo pensare che là fuori ci sia gente invisibile. I prossimi quattro mesi non possono essere spesi attorno al dibattito su governo tecnico o governo politico. Le migliori risposte che si possono dare alle segreterie di partito sono i fatti. E quelli dobbiamo portare a casa nei prossimi quattro mesi, dobbiamo produrre risultati”.
Dopo il Pd, si riuscirà a trovare una sintesi anche in casa Mpa?