MESSINA – Il mal da trasferta del Messina si interrompe a Caserta, dove i giallorossi tornano a far punti lontano dal “Franco Scoglio” dopo sei ko di fila. Il pareggio a reti bianche del “Pinto” ha regalato un Messina estremamente pratico, forse meno frizzante negli ultimi sedici metri ma in grado di rischiare solo in minimo indispensabile in casa di una Casertana andata a sprazzi, che non ha mai dato l’impressione di poter piazzare la stoccata da tre punti.
Cristiano Lucarelli è soddisfatto, perché le gare lontano dallo Stretto stavano diventando un tabù difficile da sfatare: “Volevamo invertire il trend negativo e ci siamo riusciti – ha commentato a Sportcasertano – Avevamo preparato bene l’incontro e siamo stati bravi a prenderli nella loro metà campo, impedendogli di ragionare. È stata una partita molto tattica: in mezzo al campo c’era tanto traffico, ma ne eravamo consapevoli. Questo 4-3-1-2 ci dà certezze in più e specialmente in casa i risultati ci stanno dando ragione”. Per l’ex bandiera del Livorno si tratta di un altro piccolo mattoncino verso la salvezza: “A piccoli passi cerchiamo di raggiungere la meta, non facendo mai mancare un grande impegno. Va bene così, anche se forse c’è rammarico da una parte e dall’altra per qualche occasione non sfruttata. Andiamo avanti e cerchiamo di fare il meglio possibile domenica dopo domenica”.
Dopo tante difficoltà finalmente adesso si respira un’aria nuova, mentre il feeling tra il tecnico e la piazza si fa sempre più solido giorno dopo giorno: “Tra me e i ragazzi si è creato uno spirito importante e anche se arriveranno i punti di penalizzazione lotteremo e dovremo farlo per la salvezza diretta senza passare per i playout. I tifosi? Erano presenti in cento e questo significa che sta tornando l’entusiasmo. Tornare alla normalità è come vincere una Champions League e noi vogliamo farlo”. Unico neo di giornata l’espulsione di Musacci a dieci minuti dalla fine: “Partite bloccate come queste possono essere decise da un episodio. Per cui quando ci siamo ritrovati in dieci, temevamo di pagarlo. Invece non abbiamo sofferto nemmeno l’inferiorità. In momenti come questi, la testa diventa fondamentale”.