TRAPANI – Il 2015 di Trapani e Agrigento, seppur in maniera diversa, ha ottimi motivi per essere chiuso in bellezza. La squadra allenata da Ducarello, dopo le aspettative deluse nello scorso campionato, ha rilanciato le proprie ambizioni non soltanto rinforzando un roster (finalmente, verrebbe da aggiungere) capace di dare ottime soluzioni anche dalla panchina, ma dando anche alla piazza trapanese uno spiraglio di luce dopo anni passati nell’anonimato. Niente a che vedere con la scalata inarrestabile della Fortitudo, arrivata ad un passo dalla storica promozione in Serie A e ripartita con l’intenzione di completare l’opera, seppur mantenendo un profilo basso.
Il derby del PalaConad, l’ultima sfida dell’anno per entrambe le siciliane, è l’occasione per lanciare un messaggio al campionato. Agrigento ha superato le difficoltà legate all’infortunio di Piazza mantenendosi sulla scia della capolista Scafati (impegnata domenica in casa contro Roma) e vuole mettere la freccia col rientro a pieno regime del suo playmaker titolare. Dall’altro lato, Trapani ha sfatato il tabù che la vedeva sempre sconfitta in trasferta e vuole approfittarne per aprire una striscia di risultati utili, in modo da avvicinarsi sempre più alla vetta. Un primo posto che, oltretutto, dista solamente quattro punti, con i granata attualmente quarti in coabitazione con Casale.
Uno scontro al vertice al quale Trapani si presenta forte di un’imbattibilità casalinga da record e di una classifica difficilmente ipotizzabile a inizio stagione. Quel ridimensionamento previsto sulla carta con l’avvicendamento tra Lardo e Ducarello in panchina si è trasformato nel punto di forza dei granata. Il coach, alla prima esperienza da capo allenatore, ha dimostrato di sapersi giocare al meglio le carte a disposizione: ha dato tempo a Griffin di inserirsi, ha atteso che Mays ritrovasse i ritmi giusti e ha dato fiducia alla panchina, dove può contare su due lussi per la categoria come Filloy e Chessa. Una gestione delle rotazioni finora impeccabile, quella del coach nato a Erice, che sta consacrandosi insieme ai granata nel ruolo di mina vagante del torneo.
Più o meno lo stesso ruolo che Agrigento e coach Ciani hanno ricoperto nella passata stagione, quando da neopromossa la Fortitudo è arrivata ad una vittoria dalla promozione in Serie A. Con gli stessi punti di forza e le stesse debolezze dello scorso campionato, il tecnico friulano si è ritrovato in mano una delle principali favorite del girone ovest. Forse non per completezza e qualità del roster, ma sicuramente per quanto messo in campo sul parquet. Nessuno in A2 difende come Agrigento e in pochi possono contare su una batteria di esterni paragonabile a quella composta da Piazza, Evangelisti e Saccaggi. Proprio quest’ultimo, con Piazza fuori dai giochi, ha trascinato la Fortitudo fino al secondo posto nel girone, confermando ancora una volta di essere un elemento fondamentale quando chiamato in causa.