CATANIA – Ricominciare provando a far parlare solo il campo. Il Catania targato Pancaro vede ormai l’avvio del campionato di Lega Pro. Non ci sarà soltanto da fare i conti con avversari già con il coltello tra i denti: occorrerà vedersela anche con l’impatto psicologico di una classifica che già parte con un pesantissimo handicap. Ovvero, quei nove punti (che potrebbero anche scalare in vista dell’ultimo ricorso ma che, in ogni caso, verranno ritoccati con uno o due punti in più di penalizzazione dovuti ai ritardi economici di fine giugno) che rappresentano la spada di Damocle su questo avvio di stagione. I rossoazzurri sanno che, in un senso o nell’altro, dovranno immediatamente calarsi nella parte di un campionato che – manco a dirlo – non regalerà nulla agli etnei. Il Catania dovrà combattere in campo contro gli avversari ma anche contro il proprio blasone: si farà a gara per non sfigurare contro una compagine che, piaccia o no, nelle ultime dieci stagioni è stata ai vertici del campionato italiano.
Ed allora, il campo. E’ da lì che si riparte. Quello della Lega Pro è un campionato parecchio fisico dove i valori tecnici rischiano di passare in secondo piano. Lo sa benissimo mister Pancaro reduce dalla stagione alla guida con la Juve Stabia interrottasi non certo nel migliore dei modi. A Torre del Grifo si lavora sodo. Ma questo Catania è già pronto a salpare? “Non c’è preoccupazione: in questa squadra c’è tanta qualità, assicurata da molti giocatori importanti per la categoria, adesso dobbiamo diventare una squadra e trovare la giusta collaborazione in campo”, aveva assicurato al termine del match amichevole di sabato scorso contro il Troina il tecnico rossoazzurro.
Nel frattempo, un occhio va ancora al mercato. Lo consente quella deroga concessa agli etnei ma anche l’ambizione di chiudere la quadra su un organico che, almeno sulla carta, appare più che competitivo. Si è ancora a caccia di un attaccante di peso e di almeno un altro centrocampista. Si torna a lavorare domani a Torre del Grifo: il Catania non può più attendere.