Sorrentino, capitano esigente: | "Guai a parlare ora di Europa" - Live Sicilia

Sorrentino, capitano esigente: | “Guai a parlare ora di Europa”

Il portierone del Palermo, alla vigilia della tranche del ritiro in programma a Ponte di Legno, svela il regolamento che vige all'interno dello spogliatoio. E "incorona" Trajkovski come elemento più sveglio tra i nuovi arrivati in rosanero.

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PALERMO – Stefano Sorrentino ha preso più che seriamente la questione relativa alla sua prima stagione da capitano del Palermo. Il portiere rosanero, intervistato dai colleghi del “Corriere dello Sport”, ha fatto capire che è suo dovere rappresentare al meglio la rosa in termini regolamentari e disciplinari, per fare seguire le regole fissate assieme al tecnico Beppe Iachini: “È la prima volta nella mia carriera che mi danno la fascia dall’inizio. Una scelta di Iachini e della società che va onorata, sarò il punto di riferimento per i compagni. Mi sono sempre visto come un capitano senza fascia. Ora, però, tocca a me stabilire regolamenti e codice etico. Non sono un dittatore, pochi punti chiari per il quieto vivere giornaliero e per il rispetto della professionalità. Sto attento a tutto, guardo, mi arrabbio, consiglio, scherzo. Siamo in tanti e non ci sono figli e figliastri. È obbligatoria la puntualità. E mi riferisco ad allenamenti, pranzi, riunioni tecniche, interviste, appuntamenti con lo staff medico. Ogni minuto di ritardo comporta una multa di dieci euro, ma si può arrivare a mille e oltre, dipende dalla gravità della mancanza. Se uno scappa di notte… I telefonini vanno lasciati fuori dallo spogliatoio come a scuola, l’abbigliamento deve essere consono. Le regole, appese nello spogliatoio, le abbiamo lette e firmate. Sono il primo a dare l’esempio ma onestamente nella prima parte del ritiro non abbiamo raccolto niente. La somma a fine anno va in beneficenza”.

Sorrentino è anche uno che tiene molto alla propria concentrazione pre-partita. E svela quali sono i suoi preparativi prima di scendere in campo: “Leggo le disposizioni delle palle inattive, ci abbracciamo, ci diamo il cinque, saluto i compagni uno per uno con una frase, una pacca sulle spalle, un cenno come per fare capire che nessuno è solo e che siamo una squadra. La mia frase non è originale ma funziona: in bocca al lupo”.

La comunicazione in un gruppo è importante, specie se in un team come il Palermo, che è pieno di stranieri. Ecco come affronta la questione un leader come Sorrentino: “Siamo in Italia, bisogna parlare italiano, è giusto che imparino in fretta per semplificare i contatti. Se non capiscono è un problema che non mi riguarda. Sono andato in Grecia e c’era il greco e in Spagna lo spagnolo, o ti adatti o sono affari tuoi. Basta il ritiro per entrare in armonia e la cosa più importante è che gli stranieri siano disponibili e intelligenti. Ho visto che Cassini, Trajkovski e Hiljemark studiano per imparare la lingua e per integrarsi in fretta. C’è chi è più timido e accusa, chi come Trajkovski ha più personalità che gli deriva dall’esperienza internazionale”.

Passando al campo, Sorrentino non intende sentir parlare di Europa come obiettivo stagionale del Palermo: “Non serve continuare a parlarne, non ora, sarebbe un’illusione. Non perchè siamo scarsi, non ha senso discuterne ad occhi chiusi. I quaranta punti della salvezza sono il nostro scudetto. Poi fisseremo ulteriori traguardi. Ogni campionato ha una storia a sè. La gente non va tradita, a luglio bisogna stare con i piedi per terra perchè sappiamo che Palermo è una piazza che fa presto ad esaltarsi, molto calda, esigente. Promettere l’Europa mi sembrerebbe prendere i tifosi per i fondelli e non è corretto. Abbiamo cambiato tanto ed è andato via Dybala; Milan e Inter sono più forti, Juve, Fiorentina, Roma, Lazio, Sampdoria, Genoa e Napoli pure”.

Sulle questioni tattiche, Sorrentino intende seguire Iachini ovunque intenda portare il Palermo, partendo dal 3-5-2 che è stato alla base degli ultimi due bellissimi anni in rosanero: “Iachini ha dichiarato che si riparte dal modulo che in due stagioni ha dato grandissime soddisfazioni ed è stata la nostra forza. Giusto che insista sulla difesa a tre, poi in qualche partita si può anche cambiare. Avete visto nell’ultima amichevole la possibilità di alternative. La squadra ha una sua identità ed è normale che mantenga certi equilibri. Anche perchè abbiamo giocatori tagliati per questo modulo. Tre o quattro, comunque, non cambia nulla.”.


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