E’ stato contento per lo scudetto vinto dalla sua Inter a cui si sente sempre legato ma il ‘suo’ scudetto lui lo aveva già vinto qualche settimana prima. Per Walter Zenga aver conquistato col Catania la salvezza con tanto anticipo rispetto agli anni passati è un’impresa che vale tanto quanto il tricolore nerazzurro. “Abbiamo finalmente stupito – ammette il tecnico degli etnei ai microfoni de ‘La Politica nel Pallone’ su Gr Parlamento – A inizio stagione avevamo detto di voler stupire e abbiamo mantenuto la parola. Le due perle sono stati i due derby (col Palermo, ndr) vinti senza subire gol, ci dispiace non aver dato qualche soddisfazione in più ma speriamo di togliercele l’anno prossimo”.
Nelle ultime giornate, però, il Catania sembra aver staccato un po’ la spina come dimostrano le recenti sconfitte. “Abbiamo fatto un campionato importante perché siamo riusciti a fare 37 punti in 29 partite, gli stessi fatti nel campionato scorso ma in 38 gare – prova a spiegare l’allenatore rossazzurro – Inconsciamente, una volta raggiunta la quota salvezza, la squadra si è un po’ rilassata, specie dopo aver battuto la Sampdoria 2-0, ma a Catania erano abituati a soffrire fino agli ultimi cinque minuti dell’ultima partita e nella gestione di queste ultime gare, dove bisognava trovare stimoli differenti e dare spazio ad alcuni giovani, era normale pagare dazio. Mai, però, era successo che a Catania si potesse pensare alla stagione successiva negli ultimi due mesi”.
E alla guida della squadra ci sarà ancora lui, anche se secondo alcune indiscrezioni potrebbe finire su un’altra panchina. “Io ho un contratto col Catania, problemi non ce ne sono”, risponde Zenga, tra gli allenatori-rivelazione di questa stagione. “Trovarsi a essere un emergente a 49 anni è bello ma io la mia gavetta l’ho fatta all’estero e rispetto ai miei amici Allegri e Giampaolo ho sei anni in più e sei anni pesano – commenta a riguardo – Ho la carriera leggermente più corta ma sono contento di essere rientrato dalla porta principale e di aver dimostrato che nel calcio che conta posso esserci anch’io”.
Il futuro del Catania, sul fronte mercato, passa invece dalle mani di Lo Monaco, “è lui che ha costruito e diretto, e che continuerà a portare avanti questo progetto che vedrà per il quarto anno di fila il Catania in serie A. Lui è quello che ha fatto le cose con attenzione e oculatezza, senza voli di fantasia, e affidarsi a lui significa affidarsi alla sua serietà”. Tra i giocatori simbolo di questo Catania “che ha fatto un campionato sopra le righe, salvandosi con grande tranquillita’”, Zenga indica Mascara, non solo per i gol ma anche per lo spirito. “Quando abbiamo perso 3-0 contro il Siena – ricorda – quando abbiamo preso il terzo gol, il giocatore che ha fatto 70 metri di corsa per rincorrere Jarolim è stato lui”. E se la lotta per la salvezza “è completamente aperta e la chiave è Chievo-Bologna”, per lo scudetto i giochi si sono ormai chiusi.
“A me l’Inter fece una grandissima impressione a Catania – racconta Zenga – entrò’ in campo con la voglia di dimostrare che erano i piu’ forti e credo che in tutto il campionato non abbiano maio dato l’impressione che potessero essere raggiunti. Poi ci sono dei periodi in cui le cose vanno in una certa maniera e altre in cui devi gestire la situazione e ottenere il massimo col minimo sforzo e in questo Mourinho è stato bravo. Adesso devono arrivare in fondo anche in Champions, e’ la ciliegina che manca per essere completamente soddisfatti di un ciclo di lavoro”. Al Milan, intanto, tiene banco il futuro di Ancelotti, che in Inghilterra indicano gia’ sulla panchina del Chelsea. “Io sono felicissimo dell’esperienza all’estero che ho fatto – dice ancora Zenga – ho fatto la Champions League asiatica, la Coppa Uefa, ti danno delle sensazioni e dei vantaggi che nemmeno ti aspetti. Non so se Carlo andra’ via ma puo’ allenare dovunque perche’ e’ un signor allenatore oltre a essere, prima di tutto, un signore. Il suo successore in rossonero? Credo che sara’ uno che ha fatto parte del Milan, che e’ stato un giocatore del Milan”