Sui migranti sbagliano tutti. Sbagliano gli aficionados di destra perché, nell’affrontare un problema grave, non possono fare a meno, spesso, basta leggere i social, di inserire un elemento di odio aberrante contro le persone. Sbagliano gli appassionati di sinistra perché, con tutte le migliori intenzioni, la linea dell’accoglienza indiscriminata rimane impraticabile. Lo era in tempi di serenità, figuriamoci adesso, con la pandemia da cui siamo accerchiati.
Sbagliano coloro che urlano all’invasione, dando al concetto il tono di una guerra santa contro un ‘nemico’ che soltanto la propaganda può scambiare per tale. Sbagliano coloro che gridano sempre al razzismo. Ci sono i razzisti e, purtroppo, aumentano. Ma confondere le persone che, logicamente, vorrebbero una risposta straordinaria a una questione non più ordinaria con i beceri agitatori del rancore è un errore di valutazione che non risolve, anzi aggrava.
Sbaglia, infine, il governo regionale, con il suo presidente in testa, nel proporre un’ordinanza complessiva di chiusura, i cui effetti concreti sono tutti da dimostrare, che, verosimilmente, in ogni caso, non si pone come una soluzione reale al dramma delle migrazioni e alla paura di chi le osserva, ma come una mossa simbolica che strizza l’occhio a un facile consenso e ai like.
Ma sbaglia, diversamente e allo stesso modo, il governo nazionale, con il suo premier in prima fila, nell’avere declassato la vicenda a una faccenda di ordine pubblico che non è in grado neanche di mantenere – le fughe parlano da sole – nel non sapere imporre all’Europa la condivisione di un fenomeno storico, nell’avere pensato soltanto a qualche viaggetto ministeriale come blanda foglia di fico.
Insomma, davvero, sbagliano tutti, nell’incapacità di governare ciò che preferiscono affidare alla retorica di qualunque colore. Un bel guaio per l’Italia. Per la Sicilia è la tempesta perfetta.
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