PALERMO – La gestione dell’emergenza Covid, l’alluvione del 15 luglio, il ripristino della Ztl e la crisi della maggioranza: diciannove consiglieri d’opposizione al Comune di Palermo puntano il dito contro il sindaco Leoluca Orlando e la sua giunta, con una mozione di sfiducia dai toni a tratti molto duri. Nel documento, che si riferisce al primo cittadino come “colui il quale il sindaco lo sa fare”, viene rilevato che “a metà mandato assistiamo quotidianamente a una situazione di grave instabilità, a una evidente crisi politica rappresentata plasticamente dalla difficoltà a mantenere compatto ciò che resta della maggioranza, disgregata da continui dissidi interni o con singoli esponenti della sua Giunta, su alcune vicende fondamentali per Palermo”.
Ad apporre il proprio nome sul documento sono i consiglieri Concetta Amella, Alessandro Anello, Giulia Argiroffi, Roberta Cancilla, Marianna Caronia, Fabrizio Ferrandelli, Fabrizio Ferrara, Elio Ficarra, Sabrina Figuccia, Ugo Forello, Igor Gelarda, Viviana Lo Monaco, Cesare Mattaliano, Andrea Mineo, Antonino Randazzo, Mimmo Russo, Francesco Scarpinato, Giulio Tantillo e Claudio Volante.
“La città non può continuare a pagare le conseguenze di questa condotta cieca, sorda e stolta e che continuare questo percorso equivarrebbe a mortificare i cittadini”, scrivono, aggiungendo che “numerose sono le problematiche e le criticità che incidono notevolmente e negativamente sulla qualità di vita, sul decoro, sulla salute dei cittadini ponendo la città di Palermo ai livelli più bassi delle varie statistiche e classifiche stilate annualmente”. Sul piatto anche le dimissioni di peso dei due ormai ex assessori alle Culture, Adham Darawsha, e al Bilancio e alla Gestione cimiteriale, Roberto D’Agostino. Il posto di quest’ultimo, si fa presente nella mozione di sfiducia, è ancora oggi vacante.
La bomba d’acqua
Ancora aperta la ferita dell’alluvione che ha colpito la città il 15 luglio scorso, della quale i segni sono ancora tangibili per le strade. “Il violento evento metereologico, sulle cui conseguenze per la città la magistratura ha aperto un’indagine al fine di verificare eventuali responsabilità specifiche, ha, ancora una volta, palesato l’inadeguatezza dell’attuale struttura amministrativa sotto diversi profili – attacca l’opposizione – causando situazioni di grave pericolo per l’incolumità della gente, svariati danni a beni mobili e immobili e gravi disagi alla viabilità cittadina”.
In particolare viene osservato che “il piano fognario risulta ancora e in gran parte incompleto; a riguardo è bene precisare che il Comune di Palermo, tra il febbraio del 2013 e l’aprile del 2016, sotto l’amministrazione del sindaco Orlando, è stato competente in via esclusiva della materia sul sistema idrico integrato e quindi anche su reti fognarie e depurazione; solo successivamente a tale data gli interventi in materia di depurazione sono stati affidati a un commissario, prima regionale e poi nazionale”. O ancora che “l’attività di pulizia e manutenzione di caditoie e tombini affidata alla società partecipata Amap non ha ancora raggiunto livelli qualitativi adeguati in tutta la città, come dimostrato dagli allagamenti che spesso affliggono diverse zone”.
Sul tema infine la mozione recita che “la riorganizzazione della protezione civile comunale, con un aumento di mezzi e personale, è rimasta, nonostante i proclami del sindaco, lettera morta e il piano di intervento in situazione di urgenze e pericolo è risultato del tutto inadeguato e inapplicato; con riferimento, ad esempio, ai fatti di mercoledì 15 luglio, è emersa in tutta la sua criticità l’assenza di una capacità di pronta risposta e intervento”.
La gestione dei rifiuti
La crisi gestionale che porta Palermo a essere invasa dalla spazzatura è uno degli aspetti su cui l’opposizione punta più forte: “La gestione della raccolta e smaltimento dei rifiuti e, più in generale, lo stato di sporcizia cronica della città sono elementi indicativi del fallimento amministrativo, nonché uno degli elementi di maggior danno alla vivibilità, al decoro e all’igiene della città nonché alla sua immagine”. Si accenna ai “ripetuti cambi al vertice della Rap fin dalla sua costituzione” e agli “avvicendamenti delle responsabilità politiche delegate a questo o quell’altro assessore”, considerati dai consiglieri “indicativi di una assoluta mancanza di programmazione e progettualità da parte del Comune, che dell’azienda è socio unico”.
Ne sarebbe un esempio “il continuo aumento dei costi, anche al di là delle recenti vicende legate al trasporto fuori provincia dei rifiuti per la chiusura della VI vasca, che renderà presto inevitabile un aumento della Tari, nonostante i tentativi di nascondere e rinviare tali decisioni da parte dell’amministrazione comunale. È noto a tutti che le scelte operate dall’amministrazione tendono soltanto a spostare nel tempo il problema e che già a partire dal 2021 è prevedibile un sostanzioso aumento della tassa che ricadrà interamente su famiglie, imprese e tessuto produttivo della città. Ciò a fronte di un servizio sempre più carente”.
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Mobilità, Ztl, pedonalizzazioni
I firmatari della mozione di sfiducia raccolgono un assist giunto direttamente dalla maggioranza, in seno alla quale sostengono di aver rilevato “differenze di visione interne. L’amministrazione – proseguono – si è contraddistinta per tre elementi: l’improvvisazione, la discrezionalità e il continuo rifiuto di attenersi alle indicazioni venute dall’organo consiliare, per altro ingenerando grave confusione in città, con un gravissimo danno ai cittadini. Le scelte dell’amministrazione, che in realtà sembrano essere state scelte di un singolo assessore (Giusto Catania, con delega alla Mobilità e all’Ambiente, ndr) subite dalla stessa maggioranza, sono state imposte alla città, con un impatto gravissimo per i cittadini”.
L’emergenza cimiteri
Viene definita nella mozione “un fatto cronico e inaccettabile”, “le cui responsabilità ricadono interamente sull’amministrazione e, ancor di più oggi, direttamente sul sindaco” che si è fatto carico della delega dopo le dimissioni di D’Agostino. “Il fatto che lo stesso capo dell’amministrazione abbia emanato già tre distinte ordinanze in poche settimane su questa delicatissima materia indica come si stia procedendo a tentoni – scrivono i diciannove consiglieri comunali nella mozione di sfiducia – senza una chiara visione né un vero e chiaro programma di interventi che mettano fine allo scandalo di centinaia le salme stipate all’interno di strutture provvisorie e teloni nel cimitero dei Rotoli.
“Altrettanto grave la vicenda del forno crematorio – si legge inoltre nell’atto – con quello vecchio di cui non si prevedono tempi di riattivazione e quello nuovo la cui progettazione procede a dir poco a rilento. Così come a rilento procedono i lavori di progettazione del nuovo cimitero, unica vera soluzione alla crisi e che appare oggi come un vero e proprio miraggio”.
Le altre questioni
Fra le motivazioni alla base della sfiducia nei confronti di Orlando non mancano i riferimenti dei consiglieri ai “fenomeni corruttivi riportati dalle cronache anche giudiziarie e verificatisi sia all’interno del Comune (ricordiamo quelli presso i servizi tributari, i servizi cimiteriali, l’edilizia privata) sia presso le partecipate (con in testa la Rap e la gestione della discarica di Bellolampo)”.
Viene poi fatto riferimento alle finanze del Comune, che versa “in una situazione economica difficile testimoniata dalla certificazione dello stato di deficit strutturale registrata relativamente al rendiconto 2018”, che l’emergenza Covid avrebbe “soltanto aggravato e accelerato”.
Sotto la lente degli oppositori anche “i continui provvedimenti di riorganizzazione delle aree e degli uffici, di cui si è ormai perso il conto dal 2012 a oggi”, ritenuti “espressione della totale assenza di visione complessiva della macchina comunale, anzi di una assoluta confusione”. In merito vengono contestati “accorpamenti, soppressioni, nascite, modifiche di servizi e uffici continuamente messi in discussione e che non appaiono finalizzati al miglioramento generale della struttura amministrativa, quanto piuttosto come rimedi a singoli problemi, anche personali, scaturiti dalle precedenti riorganizzazioni”.