PALERMO – Niente Esercito, almeno per il momento. Il vertice di questa mattina alla Prefettura di Palermo si conclude con una fumata nera per la Rap: il Genio militare infatti non sarà impiegato per togliere le 2.500 tonnellate di immondizia dalle strade del capoluogo siciliano, ma bisognerà ricorrere nell’immediato ai privati e a una riorganizzazione del personale aziendale.
All’incontro hanno preso parte vertici della Prefettura, il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, il presidente e il direttore della Rap, Giuseppe Norata e Roberto Li Causi, ma anche i rappresentanti dell’Asp. Secondo i dati diffusi in una nota ufficiale, i lavoratori risultati ufficialmente positivi finora sono soltanto 13 su 230 test effettuati e grazie alla disponibilità dell’azienda sanitaria il presidio sarà aperto non più fino alle 14 di ogni giorno, ma sino alle sette di sera; una misura che consentirà di avere uno screening completo di tutti i quasi 1800 dipendenti semplici entro martedì 15 settembre.
Il vertice è stato l’occasione anche per un chiarimento fra le parti: la Prefettura non avrebbe gradito, infatti, la richiesta di intervento dell’Esercito a mezzo stampa, cosa che ha generato allarmismo nella popolazione e che in realtà è molto più complessa di quanto si possa immaginare. Per impiegare le forze armate, infatti, bisogna dichiarare uno stato d’emergenza, ottenere pareri e autorizzazioni dai vertici militari e seguire una trafila che richiede diversi giorni. Peraltro la situazione non sembra al momento così grave: le tonnellate di immondizia non raccolta sono circa 2.500, troppo poco per dichiarare l’emergenza igienico-sanitaria.
Per questo l’unico modo per uscire dallo stallo è il ricorso ai privati: la Rap ieri ha assoldato una prima ditta, una seconda entrerà in servizio domani e per una terza, sottoposta ad amministrazione giudiziaria e appartenente ad altra provincia, sono in corso le interlocuzioni. Alla Rap toccherà anche stilare una relazione che sarà oggetto di un prossimo incontro.