VENETICO (MESSINA) – Le indagini sulla misteriosa morte di Viviana Parisi e del piccolo Gioele proseguono, mentre Daniele Mondello, marito della dj, racconta il proprio dolore e parla di uno strazio che lo accompagna ogni giorno, come in un incubo. Lo ha fatto pubblicando sui social un nuovo post in cui si rivolge proprio alla moglie, trovata senza vita nelle campagne di Caronia l’8 agosto scorso.
Ecco la lettera: “È passato più di un mese ormai. Non riesco a capacitarmi di tutto quello che è successo, di tutto quello che sta ancora accadendo. È davvero difficile dopo tanti anni fare i conti con un cambiamento che ti è arrivato così da un momento all’altro, come una doccia fredda. La cosa che più di ogni altra mi manca è il tuo amore, quello che mi hai sempre dato da quando la nostra storia è iniziata. Non è mai cambiato nulla dal primo momento, tu sempre lì piena di amore e protezione nei miei confronti… la cosa che più mi devasta è che da un giorno di gioia sono passato all’incubo più assurdo che potesse capitarmi. La notte è davvero difficile dormire senza averti accanto. È difficile risvegliarsi ogni mattina constatando da più di un mese che tu e il nostro piccolo non ci siete più. Amore mio non posso fare molto per cambiare le cose ma finché avrò fiato e il mio cuore continuerà a battere farò di tutto per te e per il nostro piccolo per sapere cosa è successo. Mi mancate immensamente, vi amo, vostro per sempre Daniele”.
Negli scorsi giorni ulteriori rilievi sono stati eseguiti sulla Opel Corsa che il giorno della tragedia la 43enne guidava, è inoltre stata effettuata una ulteriore simulazione dell’incidente avvenuto in galleria. “L’urto tra i mezzi è stato ” importante”, ha sottolineato nei giorni scorsi l’avvocato della famiglia di Viviana, Nicodemo Gentile. Ricostruire l’esatta dinamica dell’incidente diventa indispensabile per capire alcune condotte successive al fatto, stiamo lavorando per chiarire proprio questi aspetti”. Considerazioni che arrivano dopo gli ulteriori esami sull’auto e i nuovi sopralluoghi nella galleria da cui Viviana Parisi si sarebbe allontanata subito dopo l’impatto, tenendo in braccio il bambino, come hanno dichiarato alcuni testimoni. I consulenti del legale sostengono inoltre che sia l’auto di Viviana Parisi che il mezzo degli operai dell’autostrada erano in movimento il 3 agosto e quindi Il furgone non era fermo come si pensava in un primo momento.