E adesso che farai? Ora che hai chiuso gli occhi? Ora che sei morto, come dicono e raccontano. Tu morto? Dai, non è possibile. Gli dei, che siano del mare o del calcio, mica muoiono. Vanno in cielo su un carro di fuoco, in una pazzia di luce. Morto tu, Diego? Hai fatto un tunnel alla vita, l’ultimo. E sei lì che corri, con la solita smorfia da ragazzaccio sul viso, con uno sberleffo, con una linguaccia, come quando hai segnato un gol di mano agli inglesi e poi, per mettere tutti a tacere, hai segnato un secondo gol: il più bello di sempre. Tu che sei stato il più forte di sempre. Nessuno era come te. Nessuno sarà come te.
Sì, l’ozioso dibattito: era davvero il più grande di tutti i tempi? Molti di noi rispondono che è così, ma è proprio la domanda a essere cretina nella sua carta d’identità. Avete mai sentito cantare: ‘Beethoven è meglio ‘e Bach”. No, perché ogni grandezza appartiene ai suoi giorni e quando li supera rimane pur sempre irripetibile, non fotocopiabile, non confrontabile. E tu li hai superati i tuoi giorni, ora che, appena a un minuto dalla notizia della tua morte, sei già immortale ed eterno. Perché, per tutta la vita, ti sei allenato per diventarlo.
E adesso vai con la classifica. Il gol più bello, il dribbling più bello, il gesto tecnico più bello… Come se si potessero selezionare le pennellate di Picasso – e tu gli somigliavi con le tue soluzioni mai scontate – e dire: questa sì, questa wow, questa mmm… Guardate, piuttosto, il quadro di un campionato durato per tutta la vita. Va preso in blocco un Maradona, perché ne nasce uno e basta: con la fantasia, le terrazze luminose, con gli angoli bui. E se ci sono momenti del sottoscala, bisogna sempre guardare la terrazza e spalancarla: non perché gli dei non siano anche uomini, ma perché tutti siamo uomini e dunque fragili, a diversi livelli. Solo che gli dei ne sono consapevoli, per questo cercano di preparare, in terra, la propria resurrezione.
E adesso che farai Diego, adesso che sei davanti a Dio? Gli sorridi con la tua espressione da scugnizzo perenne e gli fai un tunnel. Solo che Dio non ti sgambetta, non ti tira per la maglietta, non entra in tackle: il senso dell’umorismo lo ha inventato lui. Dio ride. Mentre gli uomini piangono e tutto il mondo somiglia alla tua Napoli in un giorno di pioggia infinita.