CATANIA – Un’aggressione scoppiata senza un apparente e preciso motivo. Uno scambio di battute ha scatenato dieci minuti di violenza terminati solo grazie all’arrivo della Polizia. Anca Maria Polmolea, dell’associazione Siculo Rumena e un altro volontario Daniel Petre, ieri pomeriggio, si sono occupati della distribuzione delle derrate alimentari agli indigenti tra Vittoria e Catania. Al termine del giro, in serata, i due sono tornati in sede hanno parcheggiato il furgoncino. Anca ha preso la sua auto e ha accompagnato Daniel a casa, nella zona della stazione ferroviaria di Catania.
Erano le 20 quando la volontaria ha parcheggiato la macchina all’angolo tra via Marchese di Casalotto e via De Nicola per permettere al giovane di prendere il giubbotto e i suoi effetti personali. Il tempo di un saluto. Intanto Maria, la madre di Daniel, affacciata dal balcone aspettava il rientro del figlio.
In quel momento sono passati tre stranieri, forse di origine africana, “uno era molto alto e muscoloso, gli altri due più bassini”, racconta Anca a Livesicilia. “Hanno iniziato a insultarci pesantemente e minacciarci di darci una lezione domani mattina. Io, forse ingenuamente, ho risposto ‘sì va bene ci vediamo domattina”, spiega ancora.
E poi sono iniziati dieci minuti di violenza. “A quel punto hanno iniziato a colpire la mia auto con calci e pugni. Il ragazzo che era con me ha cercato con le buone di farli desistere, ma si è visto sferrare un pugno in faccia e tutti e tre lo hanno aggredito. Io ho provato ad allontanarli tirandoli per il maglione perché erano tre contro uno ma senza successo. La madre di Daniel che aveva visto la scena – continua Anca – è intervenuta per difendere il figlio. Ci siamo presi dei colpi, anche noi due”.
Calci alla schiena e pugni in testa. “Fortunatamente – dice Anca ancora incredula dall’accaduto – sono riuscita a divincolarmi e rifugiarmi in auto per chiamare il 112. Le devo dire che le volanti della polizia sono arrivati in 5 minuti, ma a me sono sembrati infiniti. Appena hanno sentito le sirene, i due più bassini – spiega la donna – sono scappati mentre l’altro ha continuato a colpirci. Aveva preso anche un bottiglia di vetro da usare come arma, ma siamo riusciti a toglierla dalle mani. Nemmeno l’arrivo dei poliziotti lo ha fatto desistere, alla fine è stato ammanettato e portato via”, dice.
I tre ieri sono andati al Pronto Soccorso del Cannizzaro per farsi curare le ferite. Fortunatamente solo qualche livido e trauma, “ma poteva andare molto peggio. Non voglio pensare a cosa poteva succedere se non fossi riuscita a chiamare i soccorsi?”, si chiede Anca ancora turbata dall’aggressione subita.
“Vivo qui da trent’anni e non mi era mai accaduta una cosa del genere”, è il commento amaro della volontaria Si.Ro. “Eppure eravamo alla stazione, una zona trafficata. Davvero dobbiamo vivere nella paura di poter uscire tranquillamente alle otto di sera?”, si domanda. “Naturalmente formalizzeremo la denuncia come ci hanno detto di fare i poliziotti delle volanti”, conclude la donna.
L’uomo è stato identificato e denunciato per resistenza a pubblico ufficiale.