Il sindaco di Alimena Giuseppe Scrivano è stato condannato a 4 anni e 8 mesi per voto di scambio politico mafioso. Avrebbe comprato i voti della cosca in occasione delle elezioni regionali del 2012, quando fu il primo dei non eletti nella “Lista Musumeci” con oltre quattromila preferenze.
In virtù della legge Severino sarà dichiarato decaduto, ma il suo legale, l’avvocato Vincenzo Lo Re, è pronto a dare battaglia su ogni fronte.
In un’inchiesta del 2013 sarebbe emerso che Scrivano, candidato nella Lega alle politiche del 2012 e due anni fa rieletto sindaco di Alimena con una lista civica, avrebbe chiesto l’appoggio elettorale in cambio di soldi a esponenti di spicco della cosca di Bagheria come Carmelo Bartolone che avrebbe anche incontrato. Duemila e 500 euro in cambio di cinquanta preferenze. Ad organizzare l’incontro sarebbe stato Michelangelo Lesto, condannato a 7 anni in un altro processo e che poi puntò il dito in aula contro Bartolone, accusandolo di avergli chiesto il pizzo.
Al pubblico ministero Francesca Mazzocco e al presidente del Tribunale, Fabrizio La Cascia aveva spiegato di “avere trovato tanta gente alle 10 del mattino al comitato elettorale. Non aveva idea chi fosse Bartolone. Ed invece secondo l’accusa era perfettamente a conoscenza della caratura mafiosa di Bartolone, un boss che ha rischiato di morire.
La sera del 10 settembre del 2015 arrivò all’ospedale Civico di Palermo. La lombosciatalgia di cui disse di soffrire era un pretesto per chiudere la sua breve latitanza, iniziata pochi mesi prima quando i carabinieri scoprirono che si era allontanato da casa. Bartolone era sottoposto alla sorveglianza speciale dopo avere finito di scontare sette anni e mezzo di carcere per mafia. Era uno dei fiancheggiatori di Bernardo Provenzano, condannato al processo “Grande mandamento”. Bartolone si era dato alla macchia per evitare i proiettili. Gli contestavano la gestione sbagliata dei soldi della mafia.
“Scrivano pagò le spese del comitato elettorale di Bagheria con un assegno. Avete mai visto qualcuno che compra i voti dai mafiosi con assegno?”, replica ancora l’avvocato Lo Re.
Il Tribunale ha riconosciuto il risarcimento dei danni al comune di Alimena, che si è costituito quando era in carica il precedente sindaco, al comune di Bagheria, Sicindustria e al centro La Torre, assistiti dagli avvocati Francesco Cutraro ed Ettore Barcellona.