PALERMO – Il voto sul bilancio 2020 rischia di avere strascichi pesantissimi per l’amministrazione comunale di Leoluca Orlando e il futuro politico di Palermo, all’inizio del 2021, è più incerto che mai. All’alba di ieri, infatti, la maggioranza a Palazzo delle Aquile è andata in frantumi: Sinistra Comune ha abbandonato l’Aula, non ha votato la manovra e si è ritrovata isolata dopo che Italia Viva, Partito Democratico e Avanti Insieme hanno firmato e votato tre emendamenti con le opposizioni, fra cui quello che ha cassato il mutuo per le opere accessorie del tram. Ed è stata solo la presenza delle minoranze a garantire il numero legale.
Uno strappo in realtà largamente annunciato, specie dai renziani che questa settimana hanno anche incontrato il sindaco, ma al quale alla fine pochi credevano veramente. Neanche gli sms mandati da Orlando nel pomeriggio del 30 dicembre, con tanto di minaccia di dimissioni, hanno sortito effetti sperati e il risultato è stato un sonoro schiaffo che ha sì riguardato l’assessore Giusto Catania, ma che ha colpito anche e soprattutto il Professore.
Sinistra Comune, pronta la rottura?
Votato l’emendamento, Giusto Catania ha staccato il telefono e i quattro consiglieri di Sc hanno lasciato l’Aula; un muro contro muro continuato in giornata, quando Catania ha disertato sia la riunione di giunta del mattino che quella del pomeriggio. Un’assenza voluta e soprattutto “pesante”, specie perché immediatamente successiva all’incidente del bilancio.
Il sindaco ha chiamato Catania e ieri a ora di pranzo i due si sono visti a Palazzo delle Aquile: bocche cucite, ma subito dopo è partito un comunicato con cui Orlando ha ammesso che il percorso della manovra ha provocato “la reazione di un gruppo importante per questa esperienza che è Sinistra Comune, che non ha partecipato al voto”. Il primo cittadino ha ammesso che “c’è sicuramente un problema politico del quale tutti dobbiamo farci carico, perché la politica non è soltanto merito ma è anche metodo nell’azione di tutti e di ciascuno. Questo richiama alle responsabilità non del singolo consigliere, ma di tutti i consiglieri di tutte le forze politiche che hanno fino ad adesso concorso a questa esperienza”.
Insomma, sembra il preludio al classico vertice di maggioranza o comunque a una verifica in piena regola. Sinistra Comune ieri si è riunita per fare il punto della situazione e per oggi è prevista una conferenza stampa: Catania e compagni hanno la necessità di uscire dall’angolo e di rilanciare, ma è improbabile che si arrivi a una rottura quando manca ancora un anno e mezzo al voto. Chi conosce il leader di Sc, sa che difficilmente sarebbe arrivato a questo punto senza un piano di riserva ma sicuramente la rottura dell’asse a sinistra (quello con Pd e Avanti Insieme) ha complicato di non poco le cose.
Orlando al bivio
Chi lo ha incontrato ieri ha definito il sindaco sereno nonostante tutto, ma non è un mistero che il bilancio abbia reso in salita il percorso della maggioranza. Orlando ha assicurato che le nuove destinazioni dell’avanzo di amministrazione volute dal consiglio (cimiteri, progettazione, scuole, strade) erano “obiettivi che avevo indicato come propri della giunta e del sindaco” e che gli emendamenti “di fatto non hanno spostato in nulla quelle che erano le posizioni che avevo enunciato a nome dell’intera giunta”.
E’ innegabile però che la linea dell’amministrazione sia stata sconfessata e che il colpo sia stato durissimo: senza mutuo e con l’avanzo destinato ad altro, il capitolo sulle opere accessorie del tram è stato praticamente azzerato e se ne riparlerà nel bilancio 2021. Ma al di là del merito, il problema per la maggioranza sta nel metodo: il Professore non è riuscito a far digerire alla coalizione il proprio schema di bilancio, nonostante il passaggio in una giunta che (almeno in teoria) dovrebbe rappresentare anche i partiti. E neanche le minacce di staccare la spina hanno invertito la rotta.
Adesso il sindaco si trova fra due fuochi: da un lato Sinistra Comune chiederà un chiarimento e un “risarcimento politico”, dall’altro l’asse di Italia Viva, Pd e Avanti Insieme con le opposizioni rischia di ridisegnare la geografia di Sala delle Lapidi. Orlando dovrà decidere da che parte far pendere l’ago della bilancia tentando la difficile strada della mediazione per rimettere insieme i cocci, mentre si fa sempre più vicina l’ora delle elezioni.