PALERMO– L’ultima foto dei ragazzi della Nuova Iside arriva in un giorno di pioggia e ne aumenta lo struggimento. Eccoli, mentre lavorano, in una quotidianità che non poteva presagire la tempesta, Giuseppe, Matteo e Vito Lo Iacono, che sono morti nel naufragio e non torneranno più. Ed è qui che si comprende il limite della necessaria giustizia degli uomini: quale che sia la verità da scoprire, nessuna verità, sia pure attesa e giusta, riporterà indietro l’immensità perduta.
Ma questa foto – mandata dall’avvocato Aldo Ruffino, un legale-gentiluomo che sta curando la vicenda, sostenendo le famiglie delle vittime con sensibile dedizione – restituisce anche la porzione di un sorriso, una piccola sorsata di felicità, perché le foto hanno il potere di fermare il tempo, sia pure per poco. Li vedi, affaccendati con il pesce, i tre ragazzi della Nuova Iside, con una laboriosità che era pane e anima. Una vocazione.
Eccoli, i ragazzi. In primo piano Giuseppe, chino sul pescato. Matteo sullo sfondo. E Vito – Vito, il cui corpo è tornato dopo gli altri, come il corpo di un capitano che si lascia prendere se i suoi compagni sono al sicuro nelle braccia della terraferma – che guarda verso l’obiettivo. Lui, il più ragazzo di tutti, ma già un adulto fatto e finito, capace di prendere una piccola nave in custodia – come suo padre, come suo nonno – per cercare sempre un porto sicuro.
Tre uomini e tre ragazzi, nell’ultima foto. E tre donne che non li dimenticheranno mai. Rosalba, moglie di Matteo e mamma di Vito. Cristina, moglie di Giuseppe. Giovanna, compagna di Vito. Sono state loro a raccontarli, nella risacca dei giorni. Matteo, che corteggiò Rosalba con ostinazione e galanteria, fino al sì. Giuseppe, che faceva ridere Cristina con la sua leggerezza. Vito, che era un giovane saggio, nel ricordo di Giovanna, chiamato a una esistenza sul mare che aveva scelto.
Sappiamo delle novità nell’elenco della cronaca. Degli arresti e delle difese. La necessità di verità e giustizia, che passerà attraverso l’accertamento dei fatti, è la strada maestra per dare un po’ di conforto a chi ha subito la mutilazione degli addii, per offrirci una ricostruzione attendibile di ciò che accadde la notte in cui la ‘Nuova ‘Iside’ si inabissò con il suo carico di passato, di presente e di futuro.
Intanto, la foto che arriva in un giorno di pioggia anticipa un po’ di sole. Non è forse nemmeno l’ultima, in ordine di tempo, ma è l’immagine di cui disponiamo e che terremo cara per la memoria. Per non lasciare andare mai i tre ragazzi del peschereccio. Per trattenerli nell’unico modo che conserverà un po’ della loro vita perduta. Felici e insieme, accanto al mare.